Dopo l’auto, la crisi dei chip comincia a farsi sentire concretamente anche nel mercato degli smartphone. Secondo numeri aggiornati della società di analisi Counterpoint Research, nel 2021 verranno spedite quasi 50 milioni di unità in meno rispetto alle stime precedenti allontanando il settore dal risultato del 2019, l’anno di normalità più recente. Secondo gli analisti, il 90% del settore sarà interessato da questi problemi e la situazione avrà un impatto più evidente sul secondo semestre di quest’anno: stimano che le unità totali di smartphone spedite per il 2021 dovrebbero crescere del 6% annuo a 1,41 miliardi di unità, mentre le previsioni precedenti parlavano di una crescita del 9% e di 1,45 miliardi di unità. Gli analisti riportano che i produttori di smartphone hanno dichiarato di aver ricevuto solo l’80% dei chip già ordinati nel secondo trimestre del 2021. E la situazione sembra peggiorare: nel terzo trimestre è probabile che la media di ordini evasi scenderà al 70%. La società di analisi osserva che la crisi interessa un po’ tutti i marchi del settore, Apple un po’ meno dei concorrenti Android come Samsung, Xiaomi e Oppo. Oltre che sulle auto, la crisi dei semiconduttori sta pesando anche nel settore dei videogiochi e delle console. Lo sviluppo dei chip è la chiave per la competitività tecnologica, infatti grandi aziende come Google e Apple sono al lavoro da tempo per sviluppare in casa i loro semiconduttori e ridurre così la dipendenza dai fornitori esterni. Secondo indiscrezioni i telefoni Pixel di Google potrebbero avere i processori interni – denominati Tensor – già nella prossima serie il cui lancio è imminente.
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