Per i piccoli imprenditori “gli aumenti di prezzo delle commodities non energetiche costano, su base annua, 46,2 miliardi”. E’ “l’allarme” lanciato da Confartigianato “che ha calcolato l’impatto dei rincari su 848mila micro e piccole imprese, con 3.110.000 addetti, operanti nella manifattura e nelle costruzioni e che nel 2020 hanno acquistato materie prime per 156,1 miliardi, con un’incidenza sul fatturato pari al 42,5%. Dei 46,2 miliardi di maggiori costi totali sopportati dalle piccole imprese a causa degli aumenti dei costi delle commodities non energetiche, 4,3 miliardi pesano sulle piccole aziende della produzione alimentare, 29,8 miliardi sulle piccole imprese della manifattura no food e i restanti 12,1 miliardi sui piccoli imprenditori del settore costruzioni”. E’ “una vera e propria batosta per i bilanci delle aziende”. “Materie prime sempre troppo care e spesso introvabili sono un freno per la ripresa”, avverte il presidente di Confartigianato Marco Granelli.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it