Le imposte che gravano sulle case in Italia superano i 40 miliardi di euro, di cui circa metà dall’Imu (seconde case e abitazioni di lusso) e il resto da Irpef, cedolare secca sugli affitti e imposte sugli acquisti (registro, ipotecarie e catastali). E’ quanto emerge da una ricerca di Elexia. Il gettito dal mattone è diminuito di circa 3 miliardi, in seguito all’eliminazione dell’Imu sulla prima casa. Secondo i risultati della ricerca le rendite catastali restano inferiori al valore di mercato ma negli anni la forbice si è ridotta perché il costo delle abitazioni in Italia è diminuito, a differenza di quanto accaduto nel resto del continente. Le regioni in cui il patrimonio immobiliare residenziale ha il valore più elevato rispetto al Pil sono la Valle dì’Aosta, con 6,3, la Liguria con 5,7 e il Trentino Alto Adige con 5,1. Il valore inferiore è in Lombardia con 2,8, dovuto ovviamente alla forte capacità produttiva della regione. Il patrimonio immobiliare residenziale delle città maggiori, con oltre i 250.000 abitanti, rappresenta circa un quinto del valore complessivo. “Il valore complessivo delle abitazioni principali è stimato in circa 5.650 miliardi di euro, pari al 3.6% del prodotto interno lordo”, afferma Andrea Migliore, avvocato partner di Elexia, ” È un patrimonio rilevante al quale gli italiani dedicano risorse e attenzione e che va salvaguardato e sviluppato”.
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