Dopo lo sblocco dei licenziamenti, solo il 22% dei manager prevede di licenziare, mentre il 65% prevede di assumere lavoratori giovani e con nuove competenze (61,8%) con percentuali di un certo peso sull’attuale forza lavoro. E’ quanto emerge dalla ricerca “Manageritalia Restart: Il lavoro dopo il Covid 19” realizzata da manager Italia, l’associazione dei dirigenti italiani del terziario in collaborazione con AstraRicerche. Oltre 1000 i manager di altrettante aziende del terzo settore (sui 38.000 dirigenti associati) sono stati intervistati sulle modalità con cui si sta affrontando l’uscita dall’emergenza, tra regolarizzazione dello smart working, segnali di crescita e ricerca di nuove competenze tecnologiche. Nel rapporto si sottolinea che “di fatto tra assunzioni e licenziamenti previsti emerge un saldo positivo del 2,4% rispetto al totale attuale dei lavoratori”. Sul fronte della ripresa: il 62 % dei manager vede il fatturato in crescita rispetto al 2019 – ultimo anno pre pandemia – il 30% vede una sostanziale stabilità, solo il 10% una decrescita, comunque destinata a riassorbirsi entro il 2023.
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