Una ricerca dell’azienda di sicurezza informatica Sophos, dal nome ‘Phishing Insights 2021’, evidenzia come gli attacchi phishing siano in aumento in tutto il mondo. L’Italia non è esclusa, a dimostrazione della violazione ai danni della Siae, che stando alle ultime indagini pare essere stata colpita da un ransomware a seguito di una email phishing. “In Italia – spiega Sophos – il costo medio sostenuto da tutte le aziende nel 2021 per rimediare ai danni provocati da questo tipo di attacchi, tra tempi di inattività, ore di lavoro e riscatti versati, è di 0,68 milioni di dollari”. Ad ulteriore conferma del trend, Check Point Software Technologies, tramite Check Point Research, ha rilasciato il nuovo ‘Brand Phishing Report’. L’analisi evidenzia quali sono stati, nel terzo trimestre dell’anno, i marchi più imitati dai criminali informatici, nel tentativo di ingannare gli utenti proprio tramite phishing. Da agosto a settembre 2021, il 29% di tutti i tentativi di attacco si è basato su Microsoft. Amazon ha rubato la seconda posizione a DHL, rappresentando il 13% dei tentativi di phishing contro l’11% del trimestre precedente. Entrambi i marchi, per gli analisti, potrebbero vedere un balzo ulteriore nel particolare settore del cyber crimine, da qui a dicembre. «I criminali cercheranno di trarre vantaggio dallo shopping online, in vista della stagione natalizia» spiega Check Point Software. Il resto della top ten vede Bestbuy (8%), Google (6%), WhatsApp (3%), Netflix (2.6%), LinkedIn (2.5%), Paypal (2.3%), Facebook (2.2%). Una volta sottratte, spesso le informazioni degli utenti, compresi dati sensibili e di pagamento, vengono vendute in pacchetti sul dark web. Un report separato della società di informatica Bitglass ha scoperto che oggi i dati rubati si diffondono sulla rete ‘oscura’ undici volte più velocemente rispetto a sei anni fa.