“Tutto l’acciaio del mondo non vale quanto la vita di un solo bambino”. La frase, pronunciata nel corso della Settimana sociale dei cattolici a Taranto (21-24 ottobre), è stata ripsposta dall’arcivescovo della città dell’ex Ilva nel discorso che ha concluso l’appuntamento periodico di vescovi, sacerdoti e organizzazioni laicali, intitolata, quest’anno, “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro”.”Taranto – ha detto mons. Filippo Santoro – rimane una realtà graffiante, che ci costringe ad essere sentinelle, che immette dentro di noi un’inquietudine, una scomodità perché veniamo sospinti verso l’incudine e il martello della scelta fra salute e lavoro, con il racconto ingeneroso del profitto che decide sulla salute, sulla vita dei tarantini. Abbiamo ascoltato in questa Settimana ministri del Governo italiano ed europeo, sindacalisti, tecnici, economisti, ambientalisti. Siamo ancora più convinti che non è procrastinabile un profondo cambiamento di rotta per una vera transizione ecologica e che non metta più il profitto e l’acciaio innanzi alla salute perché come abbiamo ascoltato: ‘tutto l’acciaio del mondo non vale quanto la vita di un solo bambino’. La presenza della Chiesa Italiana dice tutta la vicinanza della Chiesa a Taranto ma che situazioni come quella tarantina sono presenti in varia forma, anche se con proporzioni e situazioni differenti, in tutto il Paese e nel Pianeta”.