L’analisi di primonumero.it è abbastanza eloquente: ‘Il prezzo del pane sta subendo un aumento che potrebbe toccare punte del 30% nei prossimi mesi. Lo affermano gli stessi panettieri di Abruzzo e Molise che puntano il dito contro l’aumento del prezzo del grano e dell’energia. Non è quindi un caso se andando al panificio in questi giorni è capitato di avere la brutta sorpresa di sentirsi rispondere che il costo del pane non è più quello che era la settimana prima o il mese prima. Con l’arrivo dell’autunno tantissimi panifici, sia nei paesi che nelle città, hanno aumentato il prezzo, anche se di poco. È uno degli effetti dei rialzi di prezzi che si stanno verificando in tantissimi settori, dai carburanti alle materie prime dell’edilizia, fino al cibo.
Che il prezzo del grano fosse aumentato nel corso dell’estate era storia che Primonumero.it aveva già raccontato dando voce alle lamentele dei produttori. Un incremento che è proseguito e che sta toccando ora i due cibi più noti e consumati in Italia: la pasta e il pane. Il prezzo del grano sale ma per i coltivatori magro guadagno: “L’affare è dei commercianti”.
Stando a quanto si legge sull’Ansa Molise “da novembre ma anche da Natale un chilo di pane può arrivare a costare il 30% in più se di grano duro, e il 20% in più se di grano tenero: per fare un esempio, il casereccio di grano duro passerebbe dagli attuali 3,50 euro a 4,50 euro al chilogrammo, il pane di grano tenero da 2,50 a 3,20 euro, anche 3,50. Tutto ciò a causa del vertiginoso aumento delle materie prime, come la farina, oltre che del costo dell’energia”.
Questo proprio a causa dell’aumento del costo del grano e quindi dei derivati. “Le semole di frumento duro in un anno sono aumentate del 66%, le farine di frumento tenero del 20%”. Così si sono espressi in un confronto a Chieti Vinceslao Ruccolo, vice presidente nazionale e presidente di Assopanificatori-Confesercenti di Abruzzo e Molise e il direttore regionale di Confesercenti, Lido Legnini, e collegato in video conferenza Angelo Pellegrino, coordinatore Abruzzo e Molise della Fiesa, la federazione italiana esercenti specialisti dell’alimentazione. “A macchia di leopardo già alcuni panificatori hanno fatto gli aumenti, ci saranno ulteriori aumenti anche prima di Natale”. Confermato che la tendenza si era avvertita già in estate. “Da inizio giugno a fine luglio ci sono stati aumenti spropositati per quanto riguarda le materie prime – ha detto Ruccolo. C’è l’incidenza di plastica e carta ma ciò che ha più inciso è la farina di grano duro che ha avuto un aumento a due cifre: fino al 30 settembre eravamo ad un aumento del 71%, ovvero 40 euro al quintale, arriveremo pure a 60 euro in più al quintale per Natale, la farina che pagavamo 52 euro al quintale a Natale la pagheremo 100”. L’associazione di categoria ha annunciato l’intenzione di chiedere “alla Regione di aprire un tavolo urgentemente per valorizzare quella caratteristica del nostro pane abruzzese: in alcune località utilizzano il grano duro, come in altre località utilizzano il grano tenero, ma il grano duro è fondamentale non solo per valorizzare i nostri territori ma è anche un ottimo prodotto salutistico che abbassa pure la glicemia. Quindi valorizziamo la salute ma anche i terreni del territorio senza trascurare altri tipi di farina che abbiamo in Abruzzo come il senatore Cappelli, la saragolla, la solina, il frasinese. La Regione si faccia carico di aprire un tavolo che mette insieme tutte le parti: agricoltori, artigiani panificatori, pizzaioli, ristoratori e parliamo di valorizzazione del nostro territorio”. Lo stesso potrebbe avvenire in Molise dove al momento l’aumento è stato forse inferiore ma di questo passo potrebbe aumentare, andando a pesare soprattutto su quelle famiglie che stanno soffrendo maggiormente le conseguenze della pandemia dal punto di vista economico.’