Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini plaude ai risultati evidenziati dall’ultimo studio del Centro Studi di Confindustria che evidenzia una ritrovata solidità delle industrie manifatturiere italiane che, per motivi precisamente individuati, stanno svolgendo un ruolo trainante in Europa.”Il ministero delle Infrastrutture – ha detto il ministro, intervenendo in teletrasmissione alla presentazione del rapporto – è profondamente impegnato a innovare le proprie infrastrutture e le proprie reti di trasporto, non solo in termini di cosa fare ma anche di come si fanno le cose. Le linee-guida sul piano di fattibilità tecnico-economica che guida i processi che sono allam base degli appalti e alla realizzazione delle infrastrutture indicano chiaramente un salto di qualità in termini di qualificazione delle imprese, che devono essere in grado di proporre dei piani di fattibilità tecnico-economica che guardino alla sostenibilità ambientale, all’economia circolare, al rispetto dei diritti dei lavoratori e al superamento delle disuguaglianze di genere e intergenerazionali”.Secondo Giovannini “la capacità di innovazione nei materiali, nell’organizzazione, la necessità di valutare la sostenibilità dell’opera pubblica lungo tutto l’arco di vita, come ci dicono le linee-guida del G20 è qualcosa che va comunicato anche al mondo delle imprese come un’opportunità straordinaria per competere anche rispetto a competitor stranieri. Questo ci porta naturalmente al tema della dimensione delle imprese italiane ma soprattutto alle loro capacità innovative”.Il ministro ha poi sottolineato che “questo è il momento in cui non solo il Governo, ma anche gli enti locali, le regioni devono programmare i loro fondi a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione e a valere sui fondi europei. E dunque è un momento di programmazione che va ben oltre il Pnrr. E va fatto con questa ottica profondamente innovativa anche pèer intercettare le opportunità che il ripensamento delle catene internazionali del valore offrono al nostro Paese”.Giovannini ha rivolto infine “complimenti non formali al Centro Studi di Confindustria perchè “questo rapporto fornisce evidenze anche originali che aiutano a far luce su alcune delle grandi domande che ci siamo posti negli ultimni due anni”.
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