La 32ª edizione dell’indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane, pubblicata oggi da ‘Il Sole 24 Ore’, premia Trieste, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale. Sul podio, inoltre, torna Milano, dopo la scivolata fuori dalla top ten nel 2020 per effetto del Covid e Trento resta solida al terzo posto. Nello specifico l’indagine scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. I risultati dell’indagine evidenziano che tra le prime dieci province, sette sono del Nord-Est: Bolzano (5ª), Pordenone (7ª), Verona (8ª) e Udine (9ª) che confermano la loro vivibilità e Treviso (10ª) è l’unica new entry, anche grazie al primato nella ‘Qualità della vita delle donne’, l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia. Confermate nella top ten anche Aosta (4ª) e Bologna (6ª). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione ma conquista il primo posto in ‘Demografia, società e salute’ soprattutto grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione. Quattordici posizioni perse per Potenza, che si piazza all’85/o posto, mentre Matera resta al 74/o: lo dice la graduatoria finale dell’indagine 2021 del quotidiano “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita, pubblicata oggi, che vede ai primi tre posti Trieste, Milano e Trento. Ultime sono Trapani, Foggia e Crotone. Da un punto di vista generale – ha scritto in uno degli articoli a corredo di indici e tabelle Nino Amadore – per quanto riguarda il Mezzogiorno, “più che l’eterno ritorno è l’eterna riproposizione dell’uguale”, considerato che “nelle ultime 24 posizioni ci sono solo province del Sud”. Nella parte dedicata all'”impatto della pandemia” si trova il primo dato allarmante per la provincia di Potenza. Nella sezione riservata agli “iscritti all’anagrafe”: nel periodo gennaio-giugno 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, il Potentino ha perso il 36 per cento degli iscritti all’anagrafe (si consideri che Belluno ha guadagnato il 297 per cento e che la media nazionale è al 69,9 per cento).
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