Dodici mesi di crescita ininterrotta, con il Pnrr pronto a fare da ‘booster’ per il 2022. Il settore della moda ritrova slancio dopo un 2020 da incubo e si prepara ad archiviare l’anno in corso con un fatturato complessivo attorno ai 90 miliardi di euro. Numeri vicini a quelli del 2019, quando si erano raggiunti i 100 miliardi e in rialzo rispetto all’anno scorso con il 2020 che aveva chiuso l’esercizio a 75 miliardi. “Nel suo complesso il settore è cresciuto parecchio, soprattutto negli ultimi 6 mesi, ma non in misura tale da raggiungere i livelli del 2019 – spiega all’Adnkronos Armando Branchini, strategic advisor di EY Fashion, Luxury and Retail Practice -. Se invece ci riferiamo al settore della moda di alta gamma, troviamo un’indicazione molto diversa. Questo infatti rappresentava almeno un terzo del totale della moda italiana nel 2019, è cresciuto nell’anno in corso di quasi il 30% sull’anno 2020 ed è riuscito a raggiungere il livello di fatturato totale del 2019. Siamo quindi in presenza di una forte polarizzazione che avvantaggia le imprese che operano nella competizione di valore, con marche note e forte capacità di innovazione ed hanno in genere rilevanti dimensioni”. Viceversa, risultano meno dinamiche le imprese, di dimensione più limitata, che operano prevalentemente nella competizione di prezzo e che non sono contraddistinte da marche note. “Sono le imitatrici di quelle leader per quanto riguarda l’innovazione di prodotto e di processo” fa notare Branchini. Le imprese posizionate nel segmento più alto del mercato, sottolinea, “sono state capaci di reagire e riprendersi dal fortissimo impatto della pandemia. Sia che operino nella produzione e vendita al dettaglio di prodotti finiti, sia i loro fornitori a monte, nelle filiere del tessile e della pelle”.
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