«È ingiusto che a pagare le conseguenze delle misure restrittive, talvolta in contraddizione tra loro sia il comparto della ristorazione e del turismo», è quanto premette l’avvocato Giorgio Aldo Maccaroni presidente del Movimento degli Elettori. «Stando a quanto ha reso noto la Fipe (Confcommercio) – prosegue – il prossimo 25 dicembre nei ristoranti sono attesi 500mila clienti in meno e circa il 64,1% resterà aperto. È notoriamente risaputo che il mese di dicembre, per i consumi natalizi, rappresenta per determinati settori una fetta corposa del fatturato e da solo – come rimarca la Fipe – vale il 10% del fatturato dell’anno. Pesano incertezza e incognite ed un grande problema è rappresentato dalla stretta sui turisti con una notevole contrazione. Per quanto concerne il settore alberghiero, nel periodo delle festività le strutture ricettive dovrebbero registrare un tasso di occupazione medio delle camere pari solo al 40%. È quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo Confesercenti, su un campione di 1.332 imprenditori della ricettività. Il mezzogiorno soffre di più. L’occupazione media delle strutture del Nord Ovest è stimata al 42,9%, mentre per il Nord Est si fermerebbe al 39,8%. Un certo dinamismo del mercato è atteso anche per le strutture del Centro, per le quali si stima una saturazione media del 41,7%, a differenza delle strutture del Sud-Isole che invece soffrono di più e resterebbero al 30,1% di camere occupate. I ristoranti e gli albergi – pertanto – saranno più vuoti anche a causa dello scarso flusso turistico e proprio su questo aspetto la recente decisione del ministero della Salute – prosegue Maccaroni – di imporre il tampone negativo per i vaccinati in partenza per l’Italia dai Paesi Ue oltre alla quarantena di 5 giorni per i non vaccinati è stringente e non favorisce il turismo del periodo natalizio e di fine anno. Occorre riflettere sulla necessità di predisporre – almeno in ambito comunitario – medesime misure e provvedimenti al fine di non creare diversi livelli e favorire il turismo di Paesi con una più blanda normativa in ingresso a discapito dell’Italia. Procedere senza un armonia e misure comuni da parte dei paesi Dell’Unione Europea – prosegue – Maccaroni – è sintomo di confusione perché frutto di diversi approcci alla gestione della pandemia ed è molto grave che alla fine a pagarne le conseguenze siano onesti imprenditori e lavoratori, già duramente provati da oltre un anno e mezzo di restrizioni».
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