«In Italia da tempo la scala sociale per le donne sembra quasi esclusivamente in discesa. I dati di Randstad Research lo confermano: oltre 7 milioni di donne tra i 30 e i 69 anni nel nostro paese sono inattive. Parliamo del 43% della totalità delle italiane in questa fascia d’età», lo scrive in una nota Laura Scalfi, Direttore Generale dell’Istituto G. Veronesi e di Liceo Steam International. «La precarietà – continua Scalfi – accentuata dalla crisi pandemica, interessa il 49,6% delle professioniste: quasi la metà di tutti i contratti femminili sono a tempo parziale, contro il 26,6% degli uomini. Solo il 14% dei nuovi contratti per donne è a tempo indeterminato. Servono urgentemente incentivi per le imprese, ma anche meccanismi di “congedo genitorialità” che eliminino l’odiosa discriminazione che ancora si verifica all’atto dell’assunzione tra uomo e donna legata alla maternità, per permettere alle donne di avere contratti stabili con prospettive di medio-lungo periodo», spiega Scalfi. «Il sistema delle quote femminili nei Cda di imprese e società va rafforzato così come all’interno dei partiti politici e degli scenari istituzionali. Bisogna creare gli spazi di crescita che mancano – conclude il Direttore Generale -all’interno delle aziende, delle istituzioni e, in primis, delle menti, delle famiglie e della scuola che svolge un ruolo fondamentale nell’apportare i miglioramenti sociali più solidi e duraturi».
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