“Gli italiani devono capire che o si fanno nuove turbine eoliche o parchi solari nei quartieri italiani” o “l’alternativa è sbarazzarsi dell’auto, dell’aria condizionata, del telefono cellulare e di Internet”. Così il ministro italiano per la transizione ecologica, Roberto Cingolani in un’intervista al Financial Times. Secondo il ministro, sebbene l’Italia abbia gradualmente eliminato la produzione di energia nucleare a seguito al referendum nel 1987, “dovrebbe considerare di ripristinarla” guardando a tutte le nuove tecnologie “compresi i piccoli reattori modulari”. Cingolani “è responsabile della spesa di circa un terzo della quota di 200 miliardi di euro dei fondi Ue” del Recovery fund, spiega il Ft che riporta l’obiettivo fissato dal ministro di produrre almeno il 70% dell’elettricità italiana da fonti rinnovabili entro il 2030″. Riguardo alla crisi dei prezzi dell’energia il ministro racconta che “il Paese è stato duramente colpito dai recenti aumenti dei prezzi del gas” a causa di “un mix energetico molto povero”. Secondo Cingolani però “da quando Draghi si è insediato” l’Italia ha attuato una “semplificazione molto potente” delle regole e delle procedure per l’autorizzazione di nuovi progetti grazie a cui “il tempo necessario per ottenere un permesso per un progetto infrastrutturale potrebbe essere ridotto da 1.200 a 270 giorni”.
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