“Sarà solo attraverso un grande patto collaborativo comune tra istituzioni, imprese e parti sociali che potremo arrivare alla concreta diffusione tra tutti i lavoratori della consapevolezza e della percezione del concetto di rischio per evitare dolori e drammi inutili”. A dirlo il presidente dell’Anmil, Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, Zoello Forni, in occasione dell’iniziativa ‘alberi per la sicurezza’ che la ‘Fondazione sosteniamoli subito’ dell’Anmil ha promosso. “E se il lato umano di questa vicenda – avverte – poco importa, sotto l’aspetto economico la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere vista come elemento di crescita del sistema Italia utile alla qualità e competitività dell’economia nazionale, partendo dal programmare il tema della sicurezza nelle scuole e da un sistema formativo dei lavoratori concretamente efficace, in grado di coinvolgere emotivamente e professionalmente, utilizzando anche la forza della testimonianza per un impatto sulle coscienze di tutti”. “Nel 2021 – ricorda – secondo i dati Inail la situazione è senza ombra di dubbio un dispregio della vita dei lavoratori che affrontano ogni giorno rischi che non dovrebbero esistere o sono molto più elevati solo per la mancata prevenzione. Dopo un 2020 fortemente condizionato dalla pandemia che oltre ai tragici danni umani aveva fatto crollare tutti i principali indicatori macroeconomici nazionali, ci si sarebbe aspettato un calo dei numeri a fronte di una maggiore responsabilità sociale nei confronti della vita umana che invece sembra sempre più non avere valore”. “Dopo un 2020 fortemente condizionato dalla pandemia da che ha fatto crollare tutti i principali indicatori macroeconomici nazionali, nel 2021 si registra una decisa ripresa delle attività produttive nel nostro Paese che porterà, secondo tutte le previsioni più accreditate, anche a livello internazionale, ad un bilancio consuntivo annuo decisamente positivo, sintetizzato da una crescita del pil superiore al 6%”. A dirlo Franco D’Amico, coordinatore scientifico dell’Anmil. “Ma dall’altra parte – spiega – come inevitabile rovescio della medaglia, c’è da registrare anche una ripresa degli infortuni sul lavoro che, nei primi 10 mesi dell’anno (ultimo periodo al momento disponibile) vi è stato un grave aumento delle denunce di infortunio del 6,3% ed un leggero calo dell’1,8% di quelli mortali (da 1.036 casi a 1.017)”. “In particolare – osserva – per quanto riguarda gli infortuni mortali, il lieve calo registrato dalle statistiche Inail, potrebbe indurre ad una visione distorta dell’andamento del fenomeno, in quanto non tiene conto della diversa composizione dei decessi legati all’infezione da Covid in ambito lavorativo, che nel 2020 avevano rappresentato circa un terzo del totale, mentre nel 2021 si sono praticamente dimezzati”.
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