Il decreto Milleproroghe mette a disposizione della società Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, 575 milioni per la decarbonizzazione. Il decreto, pubblicato a fine anno sulla “Gazzetta Ufficiale” e adesso in procinto di avviare l’iter parlamentare di conversione in legge, sposta infatti risorse dal patrimonio destinato di Ilva in amministrazione straordinaria (risorse rinvenienti dal sequestro ai Riva, ex proprietari della fabbrica) ad Acciaierie d’Italia. Di quest’ultima, operativa ad aprile 2021, sono partner ArcelorMittal e Invitalia che rappresenta lo Stato. Allo spostamento corrisponde anche una diversa mission dei fondi stessi: dalla bonifica delle aree inquinate ai nuovi impianti di decarbonizzazione del siderurgico di Acciaierie d’Italia, che prima dell’avvento della nuova società era gestito solo da ArcelorMittal.
Nella relazione che accompagna il Dl Milleproroghe (la norma per l’ex Ilva è l’articolo 21, relativo alle imprese strategiche di interesse nazionale), si afferma che le somme in questione, rientrate in Italia dall’estero (dove i Riva le avevano portate) anche a seguito dell’azione della Procura di Milano, erano, in origine, 1.157 milioni di euro. Tale somma, mediante la sottoscrizione di un prestito obbligazionario da parte di Ilva in amministrazione straordinaria in base ad un decreto del 2015, ha costituito per la stessa Ilva in amministrazione straordinaria un “patrimonio destinato”. Per il Milleproroghe, dunque, si mantiene “inalterata la prioritaria finalità dei fondi del patrimonio in questione, che restano destinati agli interventi previsti dal piano ambientale di cui al decreto del presidente del Consiglio dei ministri 29 settembre 2017, nonché alle finalità di bonifica e ripristino già previste ed in corso di completamento ad opera del gestore dello stabilimento, proponendo di sito siderurgico di Taranto tramite il finanziamento di progetti di decarbonizzazione ed elettrificazione del ciclo produttivo dell’acciaio in coerenza con gli obiettivi del Pnrr e del programma Next Generation EU”.