«Lo smart working? Piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino sulla bottiglia del latte a fare finta di fare smart working, perché diciamocelo a far finta di lavorare da remoto, a parte le eccezioni che ci sono sempre: vaccini, vaccini, vaccini. E presenza con una migliore organizzazione del lavoro». E poi ancora: «Il governo Draghi ha fatto la grande scelta, vaccini e presenza, vaccini con la gente sul posto di lavoro, non lo smart working, non chiudersi in casa e non vaccinarsi». Sono le parole “di fuoco” del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta in una intervista a Start su Sky tg 24 parlando del lavoro da remoto nella pubblica amministrazione come una «finta» a parte le doverose e sempre necessarie eccezioni. A Brunetta, storicamente definito il “picconatore della Pa” ha replicato con un duro comunicato la Cgil: «Il ministro Brunetta — ha dichiarato la segretaria confederale della Tania Scacchetti — continua a puntare il dito contro i dipendenti della pubblica amministrazione. Le sue dichiarazioni indignano e screditano il lavoro di tutti coloro che, in questi mesi di emergenza sanitaria, proprio grazie al lavoro agile e affrontando le difficoltà legate alla infrastrutturazione digitale, sono riusciti a garantire la continuità dei servizi, preservando al contempo la salute dei cittadini e dei lavoratori. A loro andrebbe detto grazie». Così replica alle affermazioni di questa mattina del ministro per la Pa, Renato Brunetta. «Crediamo — aggiunge la dirigente sindacale — che si debba scommettere sullo smart working, investire in questa nuova forma di organizzazione del lavoro anche attraverso i rinnovi dei contratti». «L’innovazione della Pa, a cui il ministro dice giustamente di tenere, non si raggiunge attraverso il controllo o il lavoro solo in presenza, ma — conclude Scacchetti — valorizzando le professionalità e responsabilizzando così lavoratrici e lavoratori nelle proprie attività».
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