Il caro bollette, su cui il governo lavora per approntare un nuovo decreto, pende sulla testa sia delle famiglie che delle imprese. Le conseguenze dei rincari, alimentati dai venti di guerra al confine russo-ucraino, possono essere molteplici, ed alcune di esse già si intravvedono. E’ delle ultime ore, per esempio, l’ipotesi che i distributori di carburante rinuncino ad essere operativi la notte (self service), a causa dei costi elevati in rapporto alla scarsa attività durante le ore notturne. Secondo l’ipotesi di Paolo Castellana, vicepresidente della Figisc (federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio), le stazioni di servizio saranno infatti destinate a chiudere durante il turno notturno, per far fronte all’aumento dei costi dell’illuminazione e alle vendite quasi pari allo zero nella fascia serale. Nell’impossibilità di agire sui prezzi finali – su cui il gestore ha pochissimo margine di manovra – l’unica opzione è quella di abbattere i costi, partendo proprio dalla chiusura notturna degli impianti per risparmiare quanto meno sugli oneri nelle ore di minore attività.
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