Cresce il mercato della cybersicurezza in Italia – 1,55 miliardi di euro, +13% rispetto al 2020 – ma il rapporto tra spesa in sicurezza e Pil resta limitato (0,08%), all’ultimo posto tra i Paesi del G7. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno ‘Cybersecurity: don’t look up’. L’indagine fotografa una crescita costante delle minacce: 1053 incidenti gravi nel primo semestre del 2021, +15% rispetto al primo semestre 2020, (secondo i dati Clusit), ben il 31% delle grandi imprese italiane rileva un ulteriore aumento degli attacchi informatici nell’ultimo anno, che va a sommarsi a quello riscontrato nei primi mesi di emergenza. Una vera e propria “guerra cyber” con il 60% delle grandi imprese italiane ha aumentato il budget per la sicurezza informatica nel 2021, il 54% delle organizzazioni che giudica necessario rafforzare le iniziative di sensibilizzazione al personale sui comportamenti da adottare, mentre il 46% si è dotata di un Chief Information Security Officer (Ciso) per la sicurezza informatica. “Con il protrarsi dell’emergenza sanitaria, si sta consolidando la consapevolezza sull’importanza della cybersecurity, non solo nelle organizzazioni di maggiori dimensioni, ma anche in realtà meno strutturate – afferma Gabriele Faggioli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection -. Il mercato ha ripreso a correre, sempre più realtà hanno adottato tecnologie e rivisto i processi per aumentare la sicurezza di fronte alle minacce crescenti. Sullo sfondo, inizia ad emergere la spinta del Pnrr, linfa per gli investimenti in security e punto di riferimento per le organizzazioni con la nascita della nuova Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale”.
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