Dall’analisi dinamica degli andamenti dell’ultimo decennio pre-pandemia emerge che il Terziario di mercato è l’unico settore con tassi di crescita medi annui positivi e quote in aumento in tutte le macro-aree, regioni e con pochissime eccezioni anche province sia in termini di occupazione che di valore aggiunto con una crescita occupazionale media intorno all’1,5% nel Nord e nel Centro e inferiore all’1% al Sud e nelle isole. Quanto agli altri settori, l’industria in senso stretto ha perso quote di occupazione ma non di va, il terziario non di mercato (amministrazione pubblica, istruzione e sanità) mantiene stabile la sua quota occupazionale ma perde peso come va in tutto il paese, e la performance delle costruzioni risulta essere particolarmente negativa con tassi di crescita medi annui negativi sia di va che di occupazione in tutte le macro-aree, con conseguente forte perdita di capacità produttiva. Commentando il rapporto Mario Mantovani, presidente Manageritalia ha detto: “C’è un fenomeno di surriscaldamento del settore delle Costruzioni che, assorbendo più risorse degli altri comparti, soffre un gap di offerta e di manodopera che non riesce a colmare la domanda. Il rischio è che continuando con questa politica si blocchi la crescita strutturale di tutta l’economia del Paese in cui il settore del terziario continua a registrare, senza incentivi, valori positivi maggiori. La metafora che ne deriva è quella di un’auto di media cilindrata, la nostra industria, fortunatamente molto competitiva, che viene mantenuta continuamente e quindi può raggiungere prestazioni superiori alla sua potenza dimensionale, che potrebbero portarla fuori giri”. “Poi – spiega – abbiamo un’auto di cilindrata maggiore poco manutenuta che raggiunge comunque performance molto migliori, il settore del terziario, la cui cresciuta è distribuita e omogenea in tutto il Paese. Dai numeri dell’Osservatorio emerge infatti che il terziario nel Meridione gode complessivamente di buona salute e ha ottime potenzialità grazie a capacità e competenze amministrative, imprenditoriali e manageriali in alcune province. Perché possa sbocciare definitivamente occorre una politica di sviluppo di quel terziario avanzato che sostiene anche industria e turismo del territorio, fornendo competenze e managerialità per una crescita comune, sinergica e strutturale”. “Dall’analisi dinamica – sottolinea – degli andamenti dell’ultimo decennio pre-pandemia emerge che il terziario di mercato è l’unico settore con tassi di crescita medi annui positivi e quote in aumento in tutte le macro-aree, regioni e con pochissime eccezioni anche province sia in termini di occupazione che di valore aggiunto con una crescita occupazionale media intorno all’1,5% nel Nord e nel Centro e inferiore all’1% al Sud e nelle isole. Quanto agli altri settori, l’industria in senso stretto ha perso quote di occupazione ma non di va, il terziario non di mercato (amministrazione pubblica, istruzione e sanità) mantiene stabile la sua quota occupazionale ma perde peso come va in tutto il paese, e la performance delle costruzioni risulta essere particolarmente negativa con tassi di crescita medi annui negativi sia di va che di occupazione in tutte le macro-aree, con conseguente forte perdita di capacità produttiva”.
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