Le difficoltà nell’approvvigionamento dei supermercati e degli ipermercati per lo sciopero degli autotrasportatori “sono state molto limitate. I problemi si sono avuti in particolare in Sicilia, e in altre regioni del Sud. Scaffali vuoti? Assolutamente no, dopo l’accordo di ieri tra il governo i trasportatori la situazione si sta già normalizzando e entro stasera, al massimo domattina sarà tutto a posto. Non c’è bisogno di fare alcuna corsa al supermercato, non mancherà nulla”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, la federazione della distribuzione moderna organizzata allontana ogni allarme sul rischio di scaffali vuoti nei supermercati per la protesta degli autotrasportori e lo stop alla produzione di alcuni marchi di beni di prima necessità. Protesta degli autotrasportatori che è rientrata dopo l’accordo con il governo. “L’accordo di ieri tra governo e autotrasportatori è una bella notizia, anche se risolve il problema in modo temporaneo. Il tema è delicato, perchè si tratta degli aumenti del costo del gasolio per i trasportatori. E credo che purtroppo con la guerra in Ucraina e il prezzo del petrolio alle stelle questo problema dovrà essere tenuto sotto controllo dal governo”, sottolinea Frausin. E il numero uno di Federdistribuzione lancia l’allarme sul caro-energia per il suo settore. “Per il nostro settore, food e non food, il costo dell’energia era 2 miliardi di euro a settembre, è salito a 3 e mezzo in autunno-inverno ma calcoliao che arriverà a 5 miliardi e quindi è più raddoppiato in pochi mesi. Il governo ha fatto qualcosa ma non basta. E anche come filiera dobbiamo agire sull’efficientamento energetico”. E sulla guerra in Ucraina, che va sommarsi a così tante criticità per il comparto, Frausin conclude: “E’ tutto successo da poche ore, non possiamo stabilire quali effetti si avranno. Comunque l’aumento dell’inflazione di questi mesi è già un po conseguenza dell’incertezza su alcune questione come quella energetica. In questo momento credo che ci debba essere l’impegno di tutti per trovare un nuovo equilibrio e fermare la guerra. Gli effetti energetici e su alcuni beni di prima necessità vanno in secondo piano quando si parla di guerra, in Europa, a due passi da noi”, conclude.
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