Quella italiana è l’unica ambasciata a ospitare i connazionali rimasti a Kiev senza un posto sicuro dove stare: sono oltre 100 italiani, tra loro una decina di bambini. “Chi sta in un posto sicuro ci rimanga, è importante evitare spostamenti anche dentro Kiev per la guerriglia urbana”, è la raccomandazione che continua a fare l’ambasciatore italiana a Kiev che sta lavora in stretto coordinamento con unità di crisi della Farnesina. Nonostante l’invasione dell’esercito russo, l’attività diplomatica italiana in Ucraina è regolare e continua. L’ambasciatore Pier Francesco Zazo, originario di Benevento e tutto il suo staff sono rimasti a Kiev ospitando circa cento italiani nei locali della stessa ambasciata. Il premier Mario Draghi nel suo discorso in Parlamento, venerdì 25 febbraio ha ufficialmente ringraziato Zazo, parole accolte dall’Aula con un lungo applauso. “La scelta di Pierfrancesco Zazo, nostro ambasciatore a Kiev, di rimanere nella città per aiutare i nostri connazionali rimasti in Ucraina, rappresenta un gesto di grandissimo coraggio e abnegazione, verso il quale tutto il Governo è riconoscente”. Così il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. “In queste ore drammatiche l’Europa e l’Italia si stringono al popolo ucraino e presidiano i comuni valori democratici anche attraverso gesti di questo tipo. A Pierfrancesco Zazo e a tutti i nostri funzionari e diplomatici impegnati a Kiev va il mio grazie e la mia vicinanza”.
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