La guerra in Ucraina rischia di portare gravi conseguenze per le imprese italiane. Confindustria lancia l’allarme, in ballo non c’è solo il gas ma molto di più. Si parla – si legge sul Messaggero – di 11mila aziende in affari con la Russia e un interscambio pari a 20 mld di euro. “Lo scenario resta in rapida evoluzione e non è escluso il varo da parte degli Stati Uniti di ulteriori misure restrittive nelle relazioni con la Russia e con i territori ucraini al centro del conflitto”. È quanto si legge in un documento sulle conseguenze della crisi in Ucraina. Il peso del mercato russo per gli scambi italiani, ricorda sempre Confindustria, è – prosegue il Messaggero – molto diminuito rispetto al 2012-2013, per effetto delle sanzioni scaturite dopo l’annessione della Crimea ma non solo. Dieci anni fa la Russia era destinazione del 2,7% dell’export italiano e origine del 5,2% dell’import. Oggi l’Italia esporta verso la Russia 7 miliardi di prodotti e ne importa 12,6 miliardi, in particolare gas e materie prime. Parliamo dunque di 20 miliardi di interscambio. La meccanica rappresenta la principale voce dell’export italiano in Russia, con una quota pari al 40% del totale (3,9 miliardi di fatturato nel 2019).