La Regione Puglia scende in campo da protagonista per il bando lanciato dal Mur ‘Ecosistemi dell’innovazione territoriali’, previsto tra le misure di ricerca in filiera del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con investimento complessivo di 1,3 miliardi. La Puglia si candida a questo Avviso con delle proposte progettuali, frutto di un percorso di scambio e confronto con le cinque università della Puglia avvenuto nelle scorse settimane, con l’obiettivo di fornire risposte congiunte alle opportunità messe a disposizione dal governo con il Pnrr. L’avviso ministeriale, lanciato lo scorso dicembre, è volto a finanziare la creazione di dodici Ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale, regionale o sovraregionale, di cui cinque nel Mezzogiorno. Gli ecosistemi, che dovranno essere organizzati con una struttura di governance di tipo hub & spoke, con l’hub che svolgerà attività di gestione e coordinamento e gli spoke quelle di ricerca , sono reti di università statali e non, enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali, altri soggetti pubblici e privati altamente qualificati e internazionalmente riconosciuti, e intervengono su aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha sottolineato la stretta sinergia tra l’attività politica regionale e le Università, partner essenziali nell’orientamento e creazione delle misure di crescita e sviluppo per la Puglia. “Abbiamo capito da subito – ha dichiarato – che la ricerca scientifica e il rapporto con le università hanno un ruolo chiave: quando abbiamo esaminato il Piano strategico, per esempio, ci siamo resi conto che le Università finalmente si consideravano una sola cosa, avendo smesso di sentirsi entità singole, collaborando e rendendosi conto di essere formidabili strumenti di progresso, di impresa, di nuove tecnologie. Siete stati preziosissimi durante la pandemia, abbiamo fatto cose in poco tempo, a distanza, concependo anche la nuova visione del rapporto tra salute e organizzazione sanitaria. Questa conferenza stampa è il segno che lo stato di emergenza si sta per esaurire e la voglia di realizzare le nostre visioni è intensissima. Lo facciamo simbolicamente partendo da un accordo con le Università, perché la Puglia è regione universitaria che ha a cuore la formazione, la ricerca scientifica e la voglia di rispondere ai quesiti più difficili”. L’invito al mondo universitario, ha proseguito il presidente, è quello “di continuare a stimolare la Regione: noi faremo altrettanto. E, soprattutto, lavorate insieme come avete dimostrato in questo periodo. Avete fatto un gesto di riconoscimento del ruolo della Regione che io ho molto apprezzato e spero di contraccambiare con altrettanta stima e con altrettanta volontà di collaborazione”. “È indispensabile ormai immaginare strumenti che favoriscano la connessione tra mondo della ricerca e tessuto produttivo del territorio, valorizzando i risultati della ricerca applicata con il trasferimento alle imprese e provando a ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese con quelle offerte dalle università. Lo scorso novembre abbiamo lanciato una misura straordinaria Riparti per dieci milioni di euro che va proprio in questa direzione, curvare la ricerca al servizio dell’industria, facendo dialogare università, centri di ricerca e mondo produttivo. Oggi siamo insieme a tutto il sistema universitario della Puglia, un sistema di eccellenze, per immaginare ancora una volta modelli congiunti e condivisi che possano trasformarsi in occasione di sviluppo del territorio. Sono convinto che solo facendo sistema, costruendo reti, rilanciano ecosistemi appunto, possiamo provare a costruire valore per il futuro della Puglia” ha commentato l’assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro, Sebastiano Leo. Sarà pieno e attivo il coinvolgimento della Regione nella proposta progettuale ‘Innovation ecosystem for health and environment – Theia’ lanciata dall’Università degli Studi di Bari, in linea con i temi della strategia regionale di specializzazione intelligente, in cui la Puglia si candida alla costituzione dell’hub che svolgerà attività di gestione e coordinamento, come previsto dal bando ministeriale. Una proposta che ha come capofila Uniba ma che vede il coinvolgimento anche di tutti gli altri atenei pugliesi, UniSalento, Unifg, Poliba e Lum, in rete con l’Università del Molise, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto agronomico mediterraneo di Bari – Ciheam, i distretti tecnologici Dhitech, h-bio Puglia e Innovaal, Confcooperative Puglia, Confindustria Puglia. L’ecosistema proposto è incentrato sullo sviluppo armonico della ricerca ed innovazione nei settori della salute dell’uomo e dell’ambiente, coniugando la crescita tecnologica ed imprenditoriale ad un modello di qualità della vita e crescita sostenibile. Ciascuna azione prevista nel progetto viene sviluppata dai partner che mettono a servizio dell’ecosistema, concepito come una comunità attiva, le loro migliori competenze ed eccellenze, con un’azione programmata di coinvolgimento di giovani ricercatrici e ricercatori, mirando a rendere la Puglia attrattiva anche per lo sviluppo di imprenditoria giovanile. “L’Università Bari è pronta a contribuire attivamente allo sviluppo di un ecosistema di innovazione Puglia, in collaborazione con le Università della Puglia, della Basilicata e del Molise, con gli organismi di ricerca, le Istituzioni e le imprese”, ha commentato il rettore di Uniba e presidente del Curc, Stefano Bronzini, che aggiunge: “si tratta di una grande occasione per dimostrare che il sistema universitario pugliese ma anche quello nazionale può fare rete per conquistare un ruolo decisivo per lo sviluppo del Paese. Saranno 1134 i ricercatori coinvolti nel programma di ricerca e innovazione dell’ecosistema, di cui il 45% donne, provenienti da università, epr, istituzioni sanitarie pubbliche, enti di gestione ambientale e aziende con competenze specifiche, di alto livello e complementari nei settori di specializzazione di riferimento. Le grandi opportunità generate dal Pnrr attraverso un utilizzo più sistematico dello strumento del partenariato pubblico-privato potranno rafforzare la competitività in settori strategici del panorama pugliese e valorizzare le risorse in chiave locale”, ha concluso Bronzini. Il costo totale del progetto ammonta a euro 167.092.584,30, con la previsione di destinare euro 31.209.018 agli aiuti alle piccole e medie imprese, al reclutamento di ricercatori e dottorati industriali e al coinvolgimento della società civile, attraverso i cosiddetti bandi a cascata. Una seconda proposta progettuale, a cui l’amministrazione regionale aderisce con una lettera di endorsement è ‘Green revolution and ecological transition – Great’ promossa dal Consiglio nazionale delle ricerche, con hub nel Lazio, che prevede ruolo attivo sul territorio regionale, attraverso gli spoke, dell’Università del Salento e del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc). Gli Ecosistemi, per i quali si prevede un finanziamento tra 90 e 120 milioni di euro ciascuno, hanno l’obiettivo di agevolare il trasferimento tecnologico e accelerare la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese, in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale e di impatto sociale sul territorio. Le proposte per la creazione degli ecosistemi dovranno, tra gli altri criteri, prevedere che almeno il 40% delle risorse finanziarie sia destinato ad attività realizzate nelle regioni del Mezzogiorno e che almeno il 40% del personale assunto o destinatario di borse di studio o di ricerca a tempo determinato sia donna.