L’Italia e la Russia intrattengono rapporti commerciali abbastanza intensi. “Il 2021 si è chiuso con la Russia come nostro 14esimo mercato di destinazione dell’export – ha sottolineato l’economista Terzulli. -. Non siamo più ai 10,7 miliardi del 2013 e da allora non abbiamo mai più raggiunto un numero a doppia cifra, nel 2016 siamo scesi a 6,7 miliardi, non solo per via delle sanzioni. Il 2021 si è chiuso a 7,7 miliardi con una crescita del 10% che però, se vogliamo, è stato anche un po’ inferiore alle attese, in un anno di forte ripresa, nel 2020 l’export italiano in Russia non si era ridotto così tanto come in altri paesi e la ripresa del 2021 non è stata entusiasmante”.
Quello dell’energia è il canale di interscambi che più florido tra Italia e Russia. “Le quotazioni del TTF, che è il mercato del gas di Amsterdam, ha chiuso a sotto i 100 euro, un prezzo altissimo ma in calo rispetto ai 130 dell’apertura – ha chiosato Terzulli -. Noi siamo un paese importatore di queste materie prime, negli ultimi due mesi avevamo già iniziato a importare meno gas dalla Russia, negli stoccaggi c’era circa un -30% di flussi”. Inoltre più di 600 imprese italiane detengono partecipazioni importanti i Russia, “senza fare scenari catastrofici, il semplice fatto che il Russia ci sarà una recessione si traduce in un calo delle vendite dirette sul mercato russo”.
Le cose sono andate in maniera diversa per quanto riguarda le esportazioni in Ucraina. “Nel 2021 l’export italiano in Ucraina è cresciuto del 25%, superando per la prima volta da anni i 2,2 miliardi, segno anche del fatto che l’economia, nonostante sia più debole di quella russa, si stava riprendendo – ha detto il capo economista di Sace -. Chiaramente per il 2022 ci sarà una forte riduzione dei flussi sia verso la Russia che verso l’Ucraina”.
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