«Produrre informazione di qualità e diffonderla sta diventando sempre più difficile e senza interventi fortemente a rischio». È l’allarme del presidente della Federazione italiana degli editori, Andrea Riffeser Monti: «A partire dal secondo semestre dello scorso anno il prezzo della carta su cui si stampano i giornali è cresciuto di oltre il 100% e ulteriori aumenti sono in corso. Il boom del costo della carta, principale materia prima per le pubblicazioni, si unisce ai costi crescenti dell’energia e alle difficoltà che incontrano gli editori nel reperire la carta e le lastre in alluminio per la stampa. Gli editori sono già stati costretti a ridurre la foliazione e le notizie e la riduzione dell’informazione locale rende privi di voce le comunità e i politici sul territorio, dai sindaci agli esponenti locali». «Il rischio — prosegue Riffeser — è che si debbano sospendere le pubblicazioni, mettendo in difficoltà l’intera filiera: giornalisti, poligrafici, distributori nazionali e locali e edicole. Tutto questo in un momento particolare per l’Europa e per il nostro Paese in cui l’informazione assicurata dai giornali è quanto mai indispensabile». «Faccio appello – ha concluso Riffeser – al governo, al Parlamento e alle forze politiche. Occorre fare, e presto, due cose: trasferire immediatamente alle imprese le risorse per il sostegno al settore già stanziate e prevedere nuovi e significativi interventi sul mercato della carta e dell’energia». La forte impennata dei costi delle materie prime e dell’energia, alimentata dalla guerra in Ucraina, sta mettendo a dura prova la tenuta delle cartiere e dell’intera filiera editoriale italiana. I costi del gas per produrre una tonnellata di carta sono nettamente superiori al costo di vendita, come denunciano ormai da tempo l’Assocarta, l’Associazione Italiana Editori (Aie), l’Associazione Nazionale Editoria di Settore (Anes) e la Federazione Carta Grafica. Sono sempre più numerose le cartiere italiane – secondo alcune stime una su due – costrette a sospendere la produzione: il peso della bolletta del gas sul fatturato è aumentato del 400% nel 2021, rispetto al 2020, ma dall’inizio del 2022 il dato è anche peggiorato.
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