La “paura della firma” che rallenta i procedimenti nella pubblica amministrazione rischia oggi di trasformarsi in “coraggio dell’impunità”, soprattutto in vista dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo ha affermato il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti in Sicilia, Vincenzo Lo Presti, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Indicando le diverse leggi che nel corso degli ultimi anni hanno limitato la responsabilità amministrativa “alle sole ipotesi di dolo o colpa grave (ponendo, quindi, a carico della collettività le conseguenze dannose derivanti da comportamenti lievemente colposi di pubblici amministratori e dipendenti)”, Lo Presti ha sottolineato come la riduzione “dell’area del danno risarcibile” possa “indurre sensazioni di impunità e, quindi, una minore attenzione nella gestione delle risorse pubbliche”. Per Lo Presti, invece, “per far fronte alla crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria appare oltremodo necessaria la massima oculatezza nella gestione delle pubbliche finanze e, in particolare, di quelle previste dal Pnrr”. “La gestione dei fondi del Pnrr – rilancia il procuratore regionale Gianluca Albo -rappresenta un momento estremamente delicato che richiede un passo avanti sotto il profilo culturale, non solo delle magistrature ma anche delle forze di polizia e, soprattutto, da parte dell’amministrazione che è chiamata a gestire dei flussi finanziari che purtroppo attirano gli appetiti finanziari della criminalità organizzata. Sarà fondamentale recepire sotto il profilo culturale il concetto di prevenzione finanziaria. Fare in modo che si eviti che i fondi siano distratti a valle e, quindi, a monte attuare tutte le precauzioni necessarie affinchè ciò non avvenga”. Per Albo “questo è il momento di una scommessa culturale che comporta un impegno da parte di tutti – ha proseguito -. Fino ad ora siamo stati abituati a un sistema di gestione ordinario, a cui seguiva una fase di controllo e poi di verifica a valle. In questa fase è importante consentire e conciliare velocità e controllo già a monte – ha aggiunto – perchè a valle si accerta solo la distrazione che di solito è affidata a delle teste di legno ma poi non si recuperano le somme illecitamente sottratte”. Cresce intanto nel 2021 il numero degli enti in dissesto: con un incremento di 7 Comuni sale a 48 il totale delle amministrazioni in difficoltà finanziarie. Sulla gestione di bilancio degli enti locali, infatti, emergono secondo il presidente della sezione di controllo Salvatore Pilato “diffuse difficoltà di natura strutturale, riferite tanto ai comuni di grandi dimensioni che a quello di media-piccola dimensione, di procedere alla riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali, in misura idonea e sufficiente ad assicurare l’equilibrio finanziario”. A causa di una diminuzione delle entrate tributarie, la situazione finanziaria degli enti territoriali nell’Isola è connotata “dalla sussistenza di elevati disavanzi dovuti – prevalentemente – agli accantonamenti per le anticipazioni ricevute in passato dallo Stato e alla presenza di elevati crediti di dubbia e difficile esazione, che gravano su un sistema di riscossione contraddistinto da livelli di efficienza molto modesti”.
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