Agrinsieme (che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) in una nota ha sottolineato come sia necessario «sospendere temporaneamente l’adozione della nuova Pac, così come l’obbligo del greening; allo stesso modo si renderebbe necessaria una proroga dell’attuazione della strategia Farm to Fork, rivedendola alla luce della situazione odierna». In altre parole, i produttori agricoli chiedono quanto meno un allentamento dei vincoli europei rivolti alla protezione dell’ambiente rurale. Vanno riviste, viene spiegato, le norme che vincolano o limitano la possibilità produttiva dei campi; basti pensare che oggi in Italia vi sarebbe ben un milione di ettari «che non vengono coltivati e che si potrebbero recuperare e mettere a regime». Un’idea, quella di rivedere in qualche modo la Pac, che pare trovare anche un buon appoggio nel governo che, come ha rilevato Coldiretti, ha annunciato un regime di aiuto straordinario sul modello dell’emergenza Covid e “sostenuta l’esigenza, per quanto riguarda la Politica Agricola Comune (Pac), di rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare». E proprio Coldiretti ha già fatto i calcoli. È possibile ridurre sensibilmente la dipendenza dall’estero da dove arrivano circa la metà del mais necessario, il 35% del grano duro e il 64% di tenero. Ma se il traguardo è chiaro, il cammino per arrivarci è complesso e passa da più ettari coltivati così come da accordi di filiera diversi.
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