Siamo pronti a un programma di reclutamento degli Enti locali così se faccio una piattaforma digitale poi il Comune ci va” perché il Midt può lavorare sulla transizione digitale e con i fondi del Pnrr ma poi gli strumenti vanno usati. A chiarirlo è stato il ministro dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nel corso dell’audizione in Commissione Affari costituzionali sullo stato di attuazione del Pnrr. In questo momento “dobbiamo tutti alzare l’attenzione sul rischio cyber e lo abbiamo fatto a cominciare dalla istituzione dell’Agenzia nazionale” e il tema e le risorse “nel Pnrr ci sono”. “Credo che i passi avanti si stanno facendo, la Acn sta assumendo adesso le persone, stiamo anche mettendo i requisiti” ma, ha aggiunto Colao, “la cybersicurezza è una gara continua: noi ci miglioriamo ma poi gli hacker avanzano e dobbiamo continuare a investire”. “Sull’identità digitale e sul sistema delle deleghe abbiamo raggiunto risultati importanti, che ci confortano in ottica di raggiungimento dei target europei. Siamo già al 43% rispetto al target del 70% di cittadini con identità digitali entro il 2026“. Il ministro dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale ha riassunto in quattro punti i capitoli affrontati partendo dall’attivazione delle identità digitali. “Attualmente -ha riferito il ministro- ci sono quasi 29 milioni di Spid e oltre 27 milioni di Cie attive. Tra il 2020 e il 2021 le prime sono quadruplicate, le seconde raddoppiate. Quasi 9600 enti pubblici hanno attivato l’autenticazione via Spid, mentre circa 3000 enti pubblici hanno attivato l’autenticazione via Cie”. “Aggiungo che è in via di sviluppo lo Spid per i minori – che è molto importante per la digitalizzazione delle scuole, in sicurezza e con le giuste tutele” ha ricordato Colao. “Mi si chiede spesso – ha osservato Colao- perché l’Italia ha due sistemi di identità digitale: siamo convinti che gli italiani, disponendo di un duplice sistema di identità digitale – quello di mercato, lo Spid, e quello statale, la Cie – beneficeranno sia per innovazione sia per scelta. Lo stato dovrà offrire servizi che siano sempre più vicini, sempre più utili e sempre più facili per i cittadini. Anche i soggetti privati ne potranno beneficiare perché possono sviluppare servizi utilizzabili per altre attività. Il cittadino può scegliere quale dei due utilizzare”. Riguardo l’Applicazione IO, Colao ha riferito che “ci sono 28 milioni di attivazioni e un numero di utenti mensili che sfiora già i 6 milioni. Attraverso questa applicazione oggi è possibile accedere a oltre 85mila servizi pubblici, con un tasso di crescita mensile elevatissimo” ha proseguito il ministro aggiungendo che “PagoPA ospita la quasi totalità dei comuni italiani, conta più di 11 milioni di utenti attivi mensili e nel 2021 ha registrato 182 milioni di transazioni. Nei primi 2 mesi del 2022 siamo già oltre 55 milioni di transazioni, per un controvalore di 9 miliardi di euro”. Colao ha anche riferito sull’introduzione della delega digitale, “a favore di coloro che, privi della capacità di fare uso degli strumenti digitali, rischiavano di rimanere esclusi dai benefici della digitalizzazione. Il decreto attuativo è in corso di elaborazione finale, dopo avere raccolto i pareri della Conferenza Unificata e del Garante privacy. A giorni – ha detto- sarà inviato agli organi di controllo e poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale”. “L’interoperabilità e le piattaforme digitali abilitanti sono due ulteriori tasselli fondamentali per l’ampliamento e il miglior funzionamento dei servizi pubblici digitali. L’interoperabilità è la condizione necessaria per la messa in pratica del principio del once-only, attraverso cui evitiamo a persone e imprese di fornire più volte le stesse informazioni alle Pa che ne sono già in possesso. Le piattaforme digitali sono il mezzo attraverso cui abilitare servizi pubblici erogati rapidamente e a minor costo” ha aggiunto il ministro dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale. “La gara Italia 5G verrà lanciata alla fine di questa settimana, con l’obiettivo di sostenere e stimolare lo sviluppo di infrastrutture per i servizi wireless. Anche questo bando prevederà sostanziosi incentivi per finanziare il rilegamento in fibra di siti e l’investimento per densificare aree che, al 2026, non sarebbero altrimenti coperte” ha, poi, confermato Colao, nel corso dell’audizione. “Complessivamente sono responsabile di circa 20 miliardi, di questi un po’ meno di 5 miliardi sono sostanzialmente per le attività spaziali e quindi più di 15 miliardi sono per la parte cuore del digitale. Di questa somma, finora abbiamo già impegnato circa la metà” dei fondi che sono “circa 9,8 miliardi di euro”. Per quanto riguarda il fronte infrastrutturale, Colao ha riferito che “sono stati già stanziati circa 3,8 miliardi per Italia 1 Giga, circa 600 milioni per Scuole e Strutture sanitarie, più altri 2,020 miliardi per Italia 5G”.
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