“L’obiettivo del sistema fieristico italiano, e del made in Italy, è tornare entro il prossimo biennio ai numeri prima del Covid, quando per ogni euro investito dalle imprese se ne generavano 60 di business e 23 di indotto. Un effetto moltiplicatore riconosciuto dal Governo e dal Parlamento, con cui abbiamo stretto un rapporto di alleanza durante l’emergenza”. Lo ha detto oggi a Veronafiere, in apertura dell’assemblea generale di Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), il presidente Maurizio Danese. “Ora – ha aggiunto Danese rivolto al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, presente in assemblea – sarà importante assecondare gli sforzi di ripresa. I ristori sono stati un fondamentale strumento di difesa ma non di crescita. Due sono le priorità per il rilancio che si aggiungono ai ristori: la rimodulazione dei fondi Pnrr destinati al turismo, con un capitolo di spesa esclusivo per il rinnovamento in chiave green delle fiere; la seconda è la revisione, non più procrastinabile, della classificazione catastale dei quartieri fieristici ai fini Imu. Chiediamo che i padiglioni fieristici possano considerarsi unità immobiliari che assolvono ad una chiara funzione di interesse generale, ed essere perciò esclusi dalla tassazione”. Danese ha osservato che “non è un caso se oggi, grazie ai ristori e al superamento del regime ‘de minimis’, il segno meno dell’ebitda è stato in gran parte colmato, anche se in relazione alle perdite totali mancano all’appello ancora 100 milioni di euro”.