Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico negli ultimi 5 anni sono saliti da 40 a 49 euro per abitante (+22% dal 2017), ancora lontano dalla media europea che è di circa 100 euro, ma nelle gestioni comunali “in economia”, che interessano più di 8 milioni di cittadini, soprattutto al Sud, gli investimenti crollano a 8 euro per abitante. È quanto emerge dal nuovo Blue Book – la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato – realizzato dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e Istat, i cui principali dati sono stati presentati oggi alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua con Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche. Restano ancora grandi differenze tra le aree del Paese. La stima degli investimenti realizzati dai gestori industriali nel biennio 2020-2021 è pari a 65 euro l’anno per abitante per il Centro, seguito dal Nord-Ovest (52 euro) e dal Nord-Est (48); decisamente più bassa la stima per il Sud, pari a 35 euro l’anno per abitante. Il Blue book ricorda che sono più di 8 milioni le persone residenti in Comuni dove almeno un servizio tra quelli di acquedotto, fognatura e depurazione, è gestito direttamente dall’ente locale; di questi 5 milioni (63%) sono gli abitanti di Comuni in cui è l’intero servizio idrico a essere gestito direttamente dall’amministrazione locale.
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