“Draghi ha ribadito il suo whatever it takes, il governo farà di tutto per tutelare famiglie e imprese. Non siamo ancora all’economia di guerra e ci sono tutti gli strumenti per gestire questa fase in maniera non traumatica. Andiamo verso la bella stagione e abbiamo i mezzi per diversificare le fonti energetiche e consentirci lo stoccaggio preventivo, con meno costi e nessun disagio”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. “Noi – aggiunge – veniamo da una pandemia che ha fatto 160 mila morti e da una crisi economica che ha affossato il nostro Pil. E quando pensavamo di essere quasi usciti da questo enorme stress sanitario, economico e sociale, ecco che ripiombiamo in una situazione ancora più grave”. “E’ comprensibile che qualsiasi comunità, davanti a una sequenza simile, abbia degli sbandamenti di tipo egoistico e che alcuni dicano ‘basta, non ne possiamo più’”, sottolinea, aggiungendo: “Finora nel governo non abbiamo mai parlato di razionamenti. In questo tipo di congiuntura conta molto la durata della guerra. Ci sarà o no, il cessate il fuoco? Nessuno lo sa. Tutti invece sanno chi è l’aggressore e chi l’aggredito e la stragrande maggioranza degli italiani sta con le vittime e quindi con il governo, che assieme alla comunità internazionale ha reagito con razionalità e determinazione alla violenza inaudita della Russia di Putin”. “La risposta dell’Occidente è proporzionata, coesa e coerente – prosegue Brunetta -. Le sanzioni non sono troppo, nè troppo poco. Poi, certo, questa reazione ha dei costi e sui costi riaffiora lo stress sociale ed economico”. Ed in merito all’ipotesi di una politica di austerità per il caro energia, dice: “Non siamo arrivati a queste discussioni, ma ogni scelta ha il suo rapporto costi-benefici. Se riduci la velocità aumenti la densità del traffico, se spegni l’illuminazione hai minore sicurezza”. E per quanto riguarda le imprese: “C’è un ampio margine di ottimizzazione per molte imprese energivore. Un margine che non abbiamo mai percorso perchè, quando avevamo l’energia facile, non abbiamo fatto i necessari investimenti. Questo tipo di stress ci deve portare adesso a scelte di politica economica, energetica e ambientale che non abbiamo mai fatto e lo stesso vale per la semplificazione amministrativa”. “Il mio Draghi preferito è quello che promette decisioni drastiche sulle semplificazioni – aggiunge -. Se il governo, con un colpo d’ala, sblocca le autorizzazioni ferme da anni sul fotovoltaico, istituendo commissari ad acta e rimettendo in moto gli investimenti, dà all’economia un impulso straordinario che dura nel tempo. Il razionamento non dura nel tempo e le domeniche a targhe alterne sono solo un vago ricordo”. “Il nostro destino passa attraverso le scelte che si fanno nei momenti difficili – prosegue -. Sulla transizione ecologica dovremmo trarre giovamento da questa prova culturale, di responsabilità ed efficienza a cui siamo sottoposti”. “Il governo sta lavorando a un’articolazione delle fonti, dal Gnl al fotovoltaico e all’eolico – spiega Brunetta -. Paradossalmente questo tipo di emergenza può diventare un catalizzatore della modernizzazione, perchè ci indica quel mix energetico che per miopia strategica non abbiamo messo a fuoco prima”. E sull’emendamento che abbassa la temperatura negli uffici pubblici, commenta: “E’ un segnale positivo, mi ricorda mia madre che mi diceva ‘quando esci dalla stanza spegni la luce. Io intendo fare ben di più, mettendo i pannelli solari sul tetto di un milione di edifici pubblici, con particolare riferimento alle scuole. Non risolverebbe la dipendenza dal gas russo, ma avrebbe un valore educativo enorme. Andremmo oltre i pur oggettivi schemi duali ‘condizionatore o pace”.
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