“Serve una risposta più robusta, di sistema e soprattutto duratura”: è l’avvertimento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, soffermandosi sull’impatto delle sanzoni per il conflitto in Ucraina e le misure di sostegno alle imprese durante l’audizione sul Def martedì 12 aprile. Ed il leader degli industriali ha sottolineato: “Un’eventuale soluzione ravvicinata del conflitto avrebbe l’effetto di attenuare gli impatti ma non di azzerarli. Ed è per questo che continuiamo a ritenere insufficiente l’approccio di brevissimo periodo sinora seguito dal Governo”. È “cruciale” per gli industriali – ha sottolineato sottolineato Confindustria, durante le audizioni delle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato – “che all’unità che si riscontra a livello europeo nella individuazione delle sanzioni corrisponda una medesima unità nel fronteggiare gli impatti della guerra e delle sanzioni. Le imprese sono al fianco del Governo e dell’Europa, ma occorre approntare gli strumenti adeguati per far sì che non venga distrutto in tutto o in parte il nostro tessuto produttivo”. “D’altra parte, se l’Europa si dimostrerà coesa solo sulle sanzioni, occorrerà – ha proseguito Confindustria – agire a livello nazionale. E occorrerà farlo con tempestività e con interventi straordinari, adeguati a questa nuova emergenza. La Germania sta stanziando 100 miliardi di euro per sostenere le imprese attraverso linee di credito emergenziali, interventi sull’equity e sovvenzioni per compensare gli aumenti dei costi. Noi con il Def stanziamo 5 miliardi”. “Va evitato il pericolo di alimentare ulteriormente la spirale inflattiva con una non corretta politica dei redditi”, ha dichiarato ancora Confindustria. “Non è possibile chiedere alle imprese, che si stanno già fermando per gli aumenti dei costi degli input, anche un aumento del costo del lavoro”, che al contrario andrebbe tagliato. Sul fronte dell’aumento dei prezzi servirebbe “una risposta di sistema, un patto a tre con Governo e sindacati”, ma “se si pretende di discutere di redditi senza domandarsi come generare le risorse per corrisponderli, sarà tempo perso”, ha avvertito. Ma mentre i sindacati chiedono di reperire più risorse ricorrendo ad uno scostamento di bilancio, per Confindustria, invece, “può essere un problema”. Le due visioni discordanti sono emerse durante le audizioni sul Def. La Cgil ritiene infatti che le risorse in campo “non siano assolutamente sufficienti per rispondere all’emergenza sociale” ed evidenzia: “Questa è la ragione per cui chiediamo che si preveda un nuovo scostamento di bilancio”. Per Confindustria, invece, “bisogna prima vedere quelle che sono le risorse che già oggi abbiamo a disposizione: in una fase come questa pensare di fare nuovo debito, con i tassi in crescita, potrebbe essere un problema”. “La politica, una parte della politica, ascolta ma poi fa tutt’altro”, ha commentato sempre lunedì Carlo Bonomi, parlando all’assemblea di Confindustria Caserta. “Noi avevamo chiesto una riforma della cig – ha aggiunto – invece ci hanno dato i Navigator”. Oggi non c’è “un partito, nella politica italiana, che ascolti le ragioni della industria italiana” e i partiti “sono solo concentrati su battaglie identitarie”. Il presidente di Confindustria ha anche definito gli imprenditori italiani “eroi civili” e ha affermato ironicamente: ‘In un’assemblea pubblica ho detto che per sanzionare Putin sarebbe bastato fargli aprire una partita Iva”.
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