di Giovanni Gioioso
Per il pranzo di Pasqua la spesa complessiva degli italiani supera di poco il miliardo di euro, il 30 per cento in meno rispetto al 2019 ovvero ai livelli pre-pandemia. Se per 4 italiani su 10 non viene meno l’appuntamento a tavola con i menù pasquali, a dominare sono prudenza e risparmio con la forbice della diseguaglianza che si allarga: feste “di magra e passione” per 10 milioni di persone. Questa la fotografia che emerge dall’indagine del Centro studi di Confcooperative sulla propensione alla spesa e al consumo per la Pasqua. “Dopo la pandemia e i lockdown, ecco la guerra, ma gli italiani tornano a festeggiare la Pasqua. In compagnia a casa (4 italiani su 10) o al ristorante e in agriturismo (3 su 10) o in viaggio (2 su 10) è forte il tentativo di reimpossessarsi della normalità”. Ma è una Pasqua “agrodolce, potremmo dire senza uova di cioccolata, per 10 milioni di italiani, tra poveri assoluti e relativi, che non prevedono nulla di speciale” per le feste. Grazie a 4 italiani su 10 che sceglieranno ristoranti, hotel e agriturismi rifiata un settore che ha pagato un tributo alle chiusure Covid tanto che ha registrato nel 2020 e nel 2021 un -95%. La riapertura delle strutture di ospitalità avvantaggia il settore dell’agroalimentare, anche se pesa il caro energia e materie prime su tutti settori. Saranno invece 2 italiani su 10 quelli che faranno un breve viaggio per festeggiare la Pasqua. Per il pranzo in famiglia “trionferanno le eccellenze dell’agroalimentare made in Italy. In 2 tavole su 3, non mancheranno agnello e capretto. Bene i consumi di pesce che con la quaresima e i venerdì di magro sono aumentati del 30%” e tra i vini, la preferenza è per prosecchi e spumanti dei nostri vigneti. Calano i consumi di uova di cioccolato a 25 milioni rispetto ai 28 dello scorso anno, mentre per le colombe la richiesta si aggira sui 24 milioni rispetto ai 22 dello scorso anno. Ma i dati dell’indagine fotografano una Pasqua “di magra” per “circa 4 milioni di famiglie. Una divaricazione della forbice delle diseguaglianze sempre più evidente sulla delicata situazione di un’ampia fetta di italiani provati dalla lockdown economy prima, dall’inflazione e dal caro energia dopo, che hanno duramente compromesso il potere d’acquisto delle fasce più fragili a dimostrazione che molto si è inceppato nei meccanismi di redistribuzione della ricchezza nel Paese”.