La sostenibilità è considerata sempre più un fattore importante di sviluppo per le aziende dello shipping e della logistica e il Pnrr mette a disposizione 31,4 miliardi per la transizione ecologica di questi comparti da investire nella riduzione delle emissioni, nel riciclo, nella digitalizzazione, nell’ammodernamento dei porti e nello sviluppo delle infrastrutture intermodali. E’ quanto si legge in un rapporto curato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, sulle “nuove sfide dello shipping e i fenomeni che stanno portando al cambiamento” presentato in occasione di un evento Confitarma Giovani. Il settore marittimo sta diventando sempre più green grazie alla riduzione dell’uso del gasolio come combustibile delle navi e agli investimenti in carburanti più puliti come il gas naturale liquefatto, il biometano, l’ammoniaca e il metanolo. Nel triennio 2022-24 gli ordinativi di navi container alimentate a Lng o metanolo raggiungerà il 17% del totale, con una capacità di carico del 28% sul totale di nuove imbarcazioni. L’ultima frontiera dei carburanti green è rappresentata dall’idrogeno: Fincantieri sta conducendo i primi esperimenti e ha varato a febbraio 2022 la sua prima nave a idrogeno che ottiene energia elettrica senza processo di combustione termica. Ma una politica green, si legge nel rapporto Srm, necessita che si investa sempre più anche sul trasporto intermodale, cioè quello che combina due più mezzi di trasporto. Nel 2021 sono cresciute dal 17 al 23% le imprese che scelgono un mix strada/ferro per trasportare la merce dall’azienda da porto e viceversa. Trieste, La Spezia e Ravenna sono i porti che hanno registrato nel 2021 le migliori performance in termini di traffico ferroviario generato.
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