Nel vastissimo mondo dell’economia circolare, PASELL è una delle realtà più strutturate e radicate: un punto di riferimento imprescindibile per tante altre aziende che cercano componentistica di qualità, innovazione, ma anche attenzione e sensibilità alle tematiche ambientali. Un’azienda elogiata finanche dal Financial Times.
Ne abbiamo parlato con Roberto Amitrano, amministratore unico dell’azienda, che ha sede è a Forino, poco lontano da Mercato San Severino (SA).
Il gruppo Pasell è costituito da un insieme eterogeneo di aziende il cui core business consiste nella produzione di componenti in calcestruzzo, gomma e plastica per elettrodomestici, con un innovativo sistema che ruota intorno all’utilizzo di MPS (materia prima seconda) e di rifiuti (scarti di acciaieria) per la realizzazione di componentistica per elettrodomestici e la produzione di componenti tecnici in calcestruzzo.
Cosa è l’economia circolare per il gruppo PASELL?
“Per noi economia circolare è l’unico modo di fare impresa, lo abbiamo nel nostro DNA e nella terminologia di economia circolare abbiamo ritrovato tutto quello che la nostra impresa da anni ha cercato di fare: avere un ciclo chiuso, un’attività che consumasse tutto quello che è la materia e gli eventuali scarti, puntando sulla capacità di riciclare o utilizzare scarti anche di altre aziende e di altre produzioni”
Nella pratica, in cosa si sostanzia questo vostro modello economico circolare e quali sono i risultati che avete raggiunto?
“Nella nostra azienda abbiamo due modalità di applicazione: la prima è legata alla capacità di riutilizzare scarti di produzione nell’ambito della settore della plastica, con lo stampaggio di tutto quello che è materiale non conforme, che grazie a noi viene rimesso nel ciclo di produzione in altri componenti non tecnici. La seconda modalità riguarda la produzione di componenti in calcestruzzo: gli scarti vengono frantumati e riutilizzati, in un processo di produzione che prevede anche l’utilizzo di scarti di acciaieria. Nelle nostre aziende utilizziamo circa 20.000 chili di scarti di acciaierie al giorno”.
Quali sono le criticità che avete riscontrato nell’adozione e nell’applicazione concreta dei vostri modelli di economia circolare?
Le difficoltà sono sempre state quelle di carattere autorizzativo: ogni paese, ogni nazione ha la sua legislazione e il suo sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Abbiamo quindi dovuto integrare il nostro sistema produttivo alle normative dei vari paesi. Poi le difficoltà di carattere tecnico, legate all’uso delle diverse tipologie di rifiuto o di materiale di scarto per la produzione di componenti tecnici come, ad esempio, i contrappesi in calcestruzzo per elettrodomestici, in particolare lavatrici.
Come avete sviluppato al vostro interno, le specifiche competenze legate alla sostenibilità̀ e all’economia circolare? È stato difficile reperire queste professionalità?
La nostra è la seconda generazione di imprenditori: siamo quindi cresciuti con questa filosofia e ormai anche i nostri dipendenti sono cresciuti con l’idea di dover continuamente adeguare le tecnologie al mercato. Le figure professionali e le competenze necessarie, quindi, sono tutte interne: rappresentano lo specifico know-how del gruppo PASELL. Ogni fase del processo produttivo viene sviluppato secondo i cosiddetti SDGs (Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile), tenendo conto in maniera equilibrata delle tre dimensioni: economica, sociale ed ecologica.
Dal 2005 PASELL, aderendo al Global Compact delle Nazioni Unite, ha sempre fatto impesa promovendo un ambiente sostenibile minimizzando i rischi e valorizzando le attività secondo principi etici e morali.
Quali sono i vostri progetti futuri legati al modello economico circolare?
Abbiamo sviluppato un sistema di recupero della plastica, utilizzandola come inerte nella realizzazione del calcestruzzo. In particolare, abbiamo lavorato su due prodotti dell’edilizia di mattoni, componibili come le costruzioni Lego, assemblati con materiali derivanti dagli scarti di plastica: quindi prodotti a base plastica ma con legante calcestruzzo. Lo stesso “mattoncino” essendo assemblato senza uso di collanti può essere utilizzato ora per la realizzazione di una fioriera, ora per un muro di contenimento o di un garage e all’occorrenza smontato per riutilizzarlo come meglio si crede proprio come i mattoncini Lego.