«Non posso che esprimere soddisfazione per il secondo posto ottenuto dal progetto candidato sulla missione 4 del PNRR insieme alla Università della Calabria, all’Università di Basilicata, al Cnr, Arpab, ALSIA e Ente Parco Nazionale del Pollino e molti altri enti, con la possibilità di ottenere un contributo di 120 milioni di euro», lo afferma l’ex assessore all’ambiente della Regione Basilicata, Gianni Rosa. «Un secondo posto meritatissimo, ci precede solo l’Emilia Romagna, che diventa primo per quanto riguarda gli obiettivi e la qualità scientifica del programma di ricerca e per l’impatto atteso sul territorio (a pari merito con Bologna e Sassari), frutto del lavoro intenso messo in campo dalla Direzione Ambiente nei lunghi mesi prima dell’uscita dei bandi PNRR. Tutti ricorderanno le sterili polemiche del centro sinistra sul metodo di condivisione scelto per portare avanti un progetto unitario di programmazione sul PNRR e i 4 tavoli tematici coordinati dalla Direzione di cui ero assessore. È il confronto – dice Rosa – nato su quei tavoli che ha consentito il successo di oggi, dopo che il Governo nazionale aveva eliminato il Centro di Alta Tecnologia Ambiente ed Energia inizialmente previsto. È il lavoro iniziato su quei tavoli che ha permesso a tutti gli attori istituzionali di presentare un progetto altamente innovativo che coinvolgerà le due regioni. Lavoro svolto – rimarca l’ex assessore – dai dipendenti della Direzione Ambiente della Regione Basilicata cui vanno, ancora una volta, tutti i miei ringraziamenti per aver dimostrato una capacità organizzativa senza pari nella storia della regione, forse perché non gliene era mai stata data occasione. Abbiamo creduto fortemente nel metodo scelto e nelle sinergie che si sono create e abbiamo vinto. La Basilicata sarà parte attiva di uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazione. Il progetto prevede 5 linee di ricerca tra cui la mitigazione dell’impatto del cambiamento climatico sull’ambiente naturale e la riduzione della dipendenza da fonti fossili attraverso lo sviluppo di tecnologie per la decarbonizzazione e il riutilizzo degli scarti. A differenza dell’iniziale Centro di Alta Tecnologia, cui potevano partecipare direttamente le Regioni, i bandi della missione 4 prevedevano come capofila le Università e i Centri di Ricerca. L’iniziale ruolo che la Direzione Ambiente ha avuto è stato quello di coordinamento. Nella seconda fase la Regione ha la possibilità di diventare parte attiva del progetto. È un’occasione storica. Non solo perché dimostra che anche al sud e in Basilicata si può fare alta ricerca ma – conclude Rosa – anche perché potrebbe essere un importante attrattore per i nostri giovani ricercatori. Orgoglioso per il lavoro svolto».
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