Grande festa ad Acerra per l’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Liberazione. Mattarella è stato accolto da una folla entusiasta che gli ha rivolto diversi applausi. Il primo momento toccante, che visto appunto il Capo dello Stato, protagonista, è stato quello della deposizione di una corona d’alloro al cippo commemorativo di piazza Soriano Acerra. La visita di Mattarella ad Acerra, proprio oggi, è significativa. Il presidente, infatti, arriva nella cittadina del napoletano per ricordare – in particolar modo – i massacri del 1943. I soldati tedeschi, in quell’occasione, attaccarono i civili dopo il ferimento di un loro soldato. Vennero esplosi colpi contro tutti coloro che cercarono di uscire dalle case. Lunghe notti di violenze alle quali gli acerrani si opposero con tutte le forze, dagli uomini alle donne. Una grande mobilitazione che coinvolse anche la Chiesa che, nella persone dell’allora Vescovo Nicola Capasso che poi venne fatto prigioniero. Il presidente, nel corso del suo intervento al Castello Baronale, ha spiegato che è stato delineato “con precisione il quadro storico in cui avvenne la criminale rappresaglia che colpì, a pochi giorni dalle Quattro Giornate di Napoli, questa città del Mezzogiorno. Non fu l’unica, purtroppo, ma la più grave, in termini di vittime, della Campania. Quasi novanta morti, tra cui donne, anziani, bambini. Una strage che seguì a un tentativo di ribellione e che ci aiuta a comprendere maggiormente il ruolo che ebbero anche le popolazioni meridionali nella lotta di Liberazione. In Campania, soprattutto nel territorio a sud del Volturno, nelle grandi conurbazioni, da Napoli a Castellammare ad Acerra a Caserta a Capua, si verificò un alto numero di conflitti armati tra popolazione e soldati tedeschi”. “Oggi, in questa imprevedibile e drammatica stagione che stiamo attraversando in Europa, il valore della Resistenza all’aggressione, all’odio, alle stragi, alla barbarie contro i civili supera i suoi stessi limiti temporali e geografici. Nelle prime ore del mattino dello scorso 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate della Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio da molti punti diversi, in direzione di Kiev, di Karkiv, di Donetsk, di Mariupol, di Odessa. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe e dal rumore dei carri armati. E, pensando a loro, mi sono venute in mente – come alla senatrice Liliana Segre – le parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”. Questo tornare indietro della storia rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei, per l’intera comunità internazionale”, ha detto ancora Mattarella.
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