Anche la città di Vieste, come tutte le località balneari del G20S, fuori dai bandi del PNRR. I sindaci del G20Spiagge, tra cui il primo cittadino di Vieste, Giuseppe Nobiletti, sono in stato d’allerta provocato dalla frequenza con cui i nuovi bandi stanno uscendo e dal fatto che non ne sono coinvolti: sanno che se vogliono portare risorse indispensabili per i loro territori è urgente operare ora. Non solo temi come la rigenerazione urbana, lo smaltimento dei rifiuti, il verde e la transizione ecologica devono trovare investimenti adeguati nel PNRR, ma va costantemente affermata la necessità di azioni a favore di quei cittadini residenti, e sono molti, che soffrono gli inevitabili impatti negativi dati dell’afflusso turistico. Le amministrazioni locali non hanno risorse adeguate a garantire servizi per comunità che aumentano fino a 20 volte nel corso della stagione balneare. “Tuti i temi elencati – hanno ribadito i sindaci – sono rilevanti e necessari allo sviluppo del Paese proprio in considerazione del ruolo assegnato al settore turistico e alla next generation dal PNRR. Come è possibile, allora, non coinvolgere attivamente nella redazione dei bandi i comuni del G20Spiagge? Va ricordato che coprono l’intera penisola e che in questi anni hanno costruito una serie di strategie comuni che rappresentano, nei fatti, proprio lo spirito richiesto dal PNRR sia rispetto alla necessità di nuove idee e investimenti sia nell’ attuare forme di coordinamento tra enti pubblici e tra gli stessi e i privati. I comuni del G20s da soli attraggono 70 milioni di presenze turistiche – il 16% delle presenze turistiche complessive in Italia. No possono assolutamente restare fuori”. Il sindaco di Vieste rincara la dose e aggiunge: “Vieste con oltre 2 milioni di presenze turistiche rappresenta perfettamente la modalità di città a fisarmonica demografica. Il turismo balneare è un comparto pubblico-privato trainante ed innovativo, predisposto per essere uno dei punti qualificativi del PNRR, invece noi comuni balneari non ne siamo coinvolti Così, ancora una volta, gli investimenti taglieranno fuori un intero settore economico e, al di là delle dichiarazioni di facciata, il nostro turismo perderà l’ennesima occasione per modernizzarsi, crescere e favorire l’ingresso al lavoro delle nuove generazioni”.
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