Continua la discesa del mercato dei Pc con la pandemia che si sta affievolendo, almeno per il momento, e che aveva fatto da volano negli ultimi due anni. Secondo le analisi di Counterpoint Research il settore, nel primo trimestre dell’anno, perde il 4,3%, con vendite che si sono fermate a 78,7 milioni di unità. In testa alla lista dei marchi più venduti resta Lenovo, che però passa dai 20,1 milioni di unità del primo trimestre del 2021 alle odierne 18,2 milioni (-10%). Calo ancora più vistoso per il secondo produttore al mondo, Hp, che ha venduto 15,9 milioni di Pc rispetto ai 18,8 milioni di un anno fa (-16%). Sostanzialmente stabili i numeri di Dell, che guadagna l’1% dal precedente trimestre (13,8 milioni sui 13,6 del 2021). Decisamente in crescita Apple, con 7,1 milioni di computer fissi e portatili a livello globale, in salita dai 6,6 milioni di unità del 2021 (+8%). Secondo gli analisti, uno dei settori che ha permesso alla Mela di guadagnare terreno è quello della scuola, soprattutto negli Stati Uniti, dove la linea di notebook di Apple sta riducendo le distanze nei confronti dei Chromebook, i dispositivi economici che avevano superato proprio il colosso di Cupertino nell’uso scolastico, in modo particolare per il prezzo ridotto dei portatili che girano con il sistema operativo Google Chrome Os. I dati di Counterpoint Research sottolineano una leggera ripresa almeno delle forniture necessarie alla costruzione dei Pc, dopo oltre un anno di carenza di semiconduttori. Fa da contrappeso al trend positivo della catena di approvvigionamento l’incertezza scaturita dall’inflazione globale e dalla guerra in Ucraina, che frena gli acquisti un po’ ovunque, e i blocchi temporanei delle fabbriche in Cina, ancora alle prese con i contenimenti per i contagi da Covid-19.
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