Battaglia piu’ efficace contro il lavoro ‘nero’ e per arginare le morti sul lavoro, nella Penisola: pronti a scendere in campo, entro fine giugno, circa 700 nuovi ispettori (ma sara’ possibile reclutarne “fino a 900”), nella consapevolezza che “la sicurezza non e’ un costo, ma un investimento” per le aziende. E per erodere il ‘giro d’affari’ dell’economia sommersa che, in Italia, vale “almeno 203 miliardi”, stando alle stime del 2021, di cui oltre 76 miliardi riguardano il fronte occupazionale. A darne notizia all’ANSA il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) Bruno Giordano, aggiungendo che, “nell’arco di pochi mesi, stiamo aggiungendo il 60% del personale” all’organico in servizio. Nel complesso, completate tutte le procedure concorsuali, “le unita’ di personale ispettivo attivamente impegnate in azioni di vigilanza passeranno da 1.835 (tra ispettori del lavoro e ispettori tecnici) a 3.700”, estendibili fino a un massimo di 3.909 funzionari, in virtu’ dello scorrimento delle graduatorie; la novita’ incassa il plauso della presidente della Commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd), che loda l’aumento “rapido e deciso” del personale dell’Inl. “Entro qualche mese”, dopo la conversione in legge del decreto che l’ha istituito (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile scorso ed ora all’esame del Parlamento) partira’ ‘ex novo’, su proposta del ministro del Lavoro Andrea Orlando, il Portale nazionale sul sommerso, in cui confluiranno tutti gli atti concernenti gli illeciti, iniziativa che consentira’ di disporre di una “radiografia” del ‘nero’, con cui programmare meglio l’attivita’ di vigilanza; lo strumento, ricorda il direttore, si sviluppera’ nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Mercoledi’ Giordano si e’ recato, insieme al titolare del dicastero di via Veneto, a Bucarest per firmare un protocollo d’intesa con la Romania per la collaborazione e allo scambio di informazioni nel campo delle ispezioni sul lavoro: un atto “importante”, spiega, perche’ nella Penisola “ci sono 1,2 milioni di romeni”, mentre nel paese dell’Est europeo si contano “9.000 italiani e 23.000 nostre imprese attive”. L’attenzione dell’Ispettorato si concentra, nel frattempo, sul fenomeno delle “cooperative spurie”, ossia “sull’abuso dello strumento cooperativo”, a danno del lavoro regolare, anche grazie al “confronto costruttivo”, chiosa il direttore, con sindacati, parti datoriali e Ordini professionali.
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