“Rivolgiamo un appello al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli affinchè predisponga un provvedimento per il superamento delle criticità burocratiche che rendono difficile e lenta la messa a coltura delle terre incolte, definendo contestualmente una strategia nazionale di tutela delle biodiversità, con la produzione di una carta della naturalità dei territori e con la promozione di strategie di tutela personalizzate alle specificità locali”.
Così Carmine Nardone, presidente di Futuidea (associazione di Benevento che si occupa della diffusione e della promozione dell’innovazione utile e sostenibile). “Rivolgiamo anche un appello ai sindaci – aggiunge Nardone – per attivare il monitoraggio, a mezzo satellite, delle terre incolte o sottoutilizzate visto che in Italia ci sono circa tre milioni e mezzo di ettari di terre incolte di proprietà pubblica e in parte di proprietari ‘assenteisti’. In UE le aziende con più di 100 ettari sono il 3 per cento ma occupano il 52,7 della Sau (Superficie agraria utilizzata)”. Per Nardone è necessario dare “meno fondi pubblici alle rendite agrarie e più investimenti per i bio-territori intelligenti”. Il presidente di Futuridea evidenzia che “secondo le proposte della nuova PAC, la Politica Agricola Comune che entrerà in vigore il prossimo gennaio 2023, in base ai piani nazionali in questo momento in fase di negoziazione, le aziende agricole di dimensioni superiori a 10 ettari dovrebbero lasciare almeno il 4% dei loro terreni incolti e restituirli alla natura.
L’incolto, però, come unica soluzione per tutelare la biodiversità non è sufficiente. L’auspicio è di avere meno terre incolte, ma anche una contestuale strategia personalizzata alla tutela della biodiversità dell’intero sistema agricolo”.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it