Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ci sono, ma per accedere al pacchetto di investimenti non servono solo le riforme ma anche una buona capacità progettuale da parte delle Regioni, “che vanno aiutate” e dei Comuni. E non fa eccezione la Sardegna, dove maggioranza di centrodestra e opposizioni viaggiano verso la riscrittura di un Piano complementare per l’Isola. A puntare la lente su questa criticità è la vice ministra allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, unica rappresentante sarda nel governo guidato da Mario Draghi, che proprio nelle scorse ore ha “strigliato” i propri ministri ad accelerare sulle riforme per non perdere il treno del Pnrr. “Abbiamo due ordini di problemi: – spiega – i bandi devono essere fatti e qualche tema che deve essere aggiustato, ma c’è anche a cinghia di trasmissione tra governo, regioni e comuni, che deve essere oliata e messa a fattor comune. Da una parte io vedo bene avviati i progetti delle grosse infrastrutture nazionali, che sono stati definiti e in qualche modo incanalati con le aziende che dovranno realizzarli – aggiunge Todde – vedo molto meno bene i progetti che devono essere declinati dalle regioni e comuni. I comuni, nel tempo hanno perso capacità progettuale e poi c’è la tendenza a inseguire il bando, senza che si faccia una pianificazione reale e questo, onestamente, non è di beneficio per il territorio perché non porta una visione strutturale di quello che deve diventare il nuovo comune, la nuova regione”. “Dobbiamo fare in modo di aiutare le regioni, che poi possa essere attraverso una struttura commissariale lo vedremo – osserva – In questo momento le regioni devono avere la possibilità di avere una connessione diretta con il team di esperti per poi declinare i progetti all’interno del territorio e occorre condividere le informazioni, perché anche i comuni possano programmare sulla base di quello che arriverà ognuno la sua parte, Il governo deve dare alle le linee guida e la possibilità alle regioni di poter velocizzare e ai comuni di poter avere le risorse il più presto possibile – sottolinea – Credo che sia un tema di tutt, e sarà bene interpretato nella misura in cui la ripartenza sarà collettiva”.
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