«La situazione è molto incerta anche nelle conclusioni finali i due termini che più ho utilizzato sono Ucraina e incertezza. E’ sempre difficile fare previsioni e valutazioni. Non è questa la sede in cui farle». Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sugli impatti della guerra sull’economia al Festival dell’Economia di Torino. «La situazione è sicuramente più sfavorevole di quello che avevamo anticipato anche a gennaio scorso». «Sulla guerra abbiamo sbagliato e non siamo grandi esperti di geopolitica però molti non hanno capito. Le valutazioni che c’erano allora si basavano sulla forza del Pnrr. Il salario minimo ha vari effetti positivi – ha spiegato Visco – il rischio sta nel livello perché se è eccessivo può portare a non occupare persone che potrebbero invece voler lavorare al di sotto di quel livello e che hanno una produttività sostanzialmente in grado di non arrivare a quel livello lì, ma credo non sia una cosa così importante. Quello che è importante è non legare al salario minimo automatismi che poi ci possono costare, per esempio un salario minimo che ha piena indicizzazione ai prezzi al consumo se diventa il modello di riferimento per tutti i salari, tutte le contrattazioni, incorpora direttamente quel meccanismo automatico. Bisogna aumentare la produttività, se cresce anche i salari crescono».
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