Aiutare l’Ucraina ma non dimenticare “i nostri cittadini e quelli nelle aree piu’ povere del mondo, in particolare nell’Africa”: e’ la ricetta che Mario Draghi ha dettato in apertura del Consiglio ministeriale Ocse a Parigi. Soltanto cosi’, diventando “sostenibili nel tempo” e “coinvolgendo le economie emergenti”, i nostri sforzi potranno “essere pienamente efficaci”. Sulla stessa linea, con la preoccupazione costante “per le famiglie europee ed italiane”, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha messo l’accento sulla crisi dell’energia. Il presidente del Consiglio sa che in Europa aumenta ogni giorno la preoccupazione per le ricadute della crisi sui cittadini. E sa di poter contare, in questa sua battaglia, anche su Emmanuel Macron, con il quale – ieri sera nella cena a due all’Eliseo – ha rinsaldato l’asse Roma-Parigi. Di recente, sui due Paesi la cui vicinanza e’ stata sancita e rafforzata dal Trattato del Quirinale, si era addensata qualche nube: ingresso dell’Ucraina nell’Ue, fondi per la difesa, atteggiamento nei confronti di Putin hanno reso necessario qualche chiarimento. Ma alla fine la cena di lavoro fra i due e’ andata “benissimo”, come lo stesso Draghi ha rivelato questa mattina prima di lasciare lo Chateau de la Muette, dove sorge la sede dell’Ocse. Prima aveva pero’ tenuto il suo discorso inaugurale di questa sessione ministeriale, in qualita’ di leader del Paese che quest’anno presiede l’evento piu’ importante dell’anno per l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Un discorso molto ispirato dalla protezione dell’Ucraina ma anche dei cittadini dei Paesi colpiti dalle conseguenze della crisi, quello di Draghi. Che ha lanciato un primo appello sul quale tutti i leader europei, e non soltanto Macron, sono allineati: “Dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali che sono bloccati a causa del conflitto”, ha detto il premier, offrendo “al presidente Zelensky le garanzie di cui ha bisogno che i porti non vengano attaccati”. “Evitare la catastrofe” in Ucraina e “continuare a sostenere i Paesi beneficiari come sta facendo l’Ue con il Food and Resilience Facility”, questo il concetto su cui Draghi ha insistito. Poco dopo, dalla stessa tribuna ma in videoconferenza, lo stesso presidente ucraino ha chiesto “l’espulsione della Russia dalla Fao”, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, con sede a Roma. Per Draghi, e’ essenziale che “i salari recuperino il loro potere d’acquisto”, senza pero’ creare “la spirale prezzi-salari” che farebbe impennare i tassi d’interesse. Il price cap, ovvero un tetto ai prezzi dell’energia, e’ lo strumento citato dal presidente del Consiglio davanti al parterre di rappresentanti economici dei Paesi dell’Ocse: “Offriamo un sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese, soprattutto a quelle in maggiore difficolta’”. E ancora: una nuova edizione di SURE, il ‘Sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza’, lo strumento che ha consentito di erogare “prestiti stabili e a basso costo agli Stati membri dell’Unione europea affinche’ potessero salvare posti di lavoro e sostenere i redditi”. Draghi suggerisce che “uno strumento simile – questa volta mirato all’energia – potrebbe garantire ai Paesi vulnerabili piu’ spazio per aiutare i propri cittadini in un momento di crisi. Cio’ – e’ la conclusione del presidente del Consiglio – rafforzerebbe il sostegno popolare al nostro sforzo comune in termini di sanzioni e contribuirebbe a preservare la stabilita’ finanziaria in tutta l’area euro”. Un’ipotesi sulla quale si e’ detto perfettamente in linea con il presidente del Consiglio anche Luigi Di Maio: “SURE puo’ essere uno degli strumenti che, come ci ha aiutato durante la pandemia, possiamo ora utilizzare per affrontarlo.
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