I Porti dell’Adriatico si dotano delle più moderne tecnologie sia hardware che software per ottimizzare le procedure portuali del ciclo nave e di ingresso e di uscita dal porto, anche in condizioni meteorologiche avverse salvaguardando i requisiti di sicurezza e gettando le basi per l’integrazione della gestione e la trasmissione delle informazioni sulla sicurezza marittima in Adriatico. Un risultato, si legge in una nota, frutto della cooperazione tra le Autorità Marittime Nazionali italiane e croate e le principali Autorità Portuali dell’Adriatico (Venezia, Trieste, Ravenna, Ancona, Bari, Rijeka Ploce e Spalato), che stanno lavorando insieme da oltre tre anni per ottimizzare le procedure dell’intero processo di trasporto marittimo al fine di rendere il sistema portuale e di trasporto marittimo più efficiente e sicuro. È quanto emerso ieri, alla Stazione Marittima di Venezia, in occasione della conferenza internazionale organizzata nell’ambito del progetto Ue- Intesa (Improving Maritime Transport Efficiency and Safety In Adriatic), finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Italia-Croazia 2014-2020 coordinato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale -Porti di Venezia e Chioggia. Rappresentanti di organismi internazionali del settore marittimo hanno mostrato come il progetto europeo abbia consentito alle amministrazioni italiane e croate e ad alcune autorità portuali dei due paesi di perseguire l’obiettivo di una maggiore sicurezza nelle operazioni marittime e una migliore accessibilità nautica nonché un incremento dell’efficienza nello svolgimento delle operazioni stesse grazie prevalentemente all’implementazione di attrezzature ad alto contenuto tecnologico – mareografi, piattaforme digitali che integrano dati in tempo reale sulle condizioni meteo marine e aiuti alla navigazione, i cosiddetti Aton, boe virtuali che segnalano a piloti e comandanti i migliori percorsi di navigazione e Pilot Portable Units, unità di ausilio alla navigazione (antenne, software, laptop e tablet) che integrano i dati Ais – Automatic Identification System delle navi e le cartografie ad altissima precisione – e di attività di formazione di alto livello per i piloti. In particolare, nei porti veneti, l’Adspmas nel ruolo di capofila del progetto, insieme alle Capitanerie di Porto di Venezia e Chioggia e alle corporazioni dei Piloti Estuario Veneto e di Chioggia e Porto Levante, ha dotato i piloti di ausili alla navigazione basati su geolocalizzazione, cartografie ad alta precisione e dati Ais condivisi in tempo reale (nel dettaglio, set di Ppu, cartografie dettagliate in versione sia “statica” che “dinamica” e una banca dati topografica realizzata in stretta collaborazione con l’Ente di Gestione delle Acque della Laguna di Venezia e la Regione Veneto). “Per essere realmente competitivi i porti del futuro devono saper affrontare le sfide e le criticità con un punto di vista diverso che pone l’innovazione e l’uso delle tecnologie e dei dati al centro della propria strategia”, sottolinea Fulvio Lino Di Blasio, Presidente Adspmas- In particolare, con il progetto Intesa che si conclude oggi abbiamo imparato che la condivisione di informazioni e di dati attraverso infrastrutture digitali adeguate ai migliori standard internazionali, ottenuta grazie al contributo della cooperazione internazionale tra istituzioni e autorità portuali, risulta determinante per programmare al meglio le operazioni portuali, garantire più elevati livelli di sicurezza, accessibilità nautica ed efficienza logistica. Nello specifico per i porti veneti, la piena accessibilità nautica è elemento fondamentale delle nostre politiche di sviluppo portuale e dell’attività commissariale legata alla crocieristica. Una questione che stiamo affrontando concretamente anche attraverso il progetto Channeling (del valore di 1,7 milioni di euro co-finanziato dall’Europa con il programma Connecting Europe Facility) che ci consentirà di raggiungere una piena conoscenza scientifica nel campo dell’idrodinamica e della sicurezza per la navigazione attraverso le migliori tecnologie e competenze attualmente disponibili utili a raggiungere l’equilibrio tra esigenze del porto e la salvaguardia del delicato ambiente lagunare”.
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