La crescita dello spread e la Bce ‘falco’ spingono al rialzo i tassi sui nuovi mutui che si avvicinano, a maggio, al 2%. Anche se i mutui a tasso fisso sono già sopra tale soglia. E’ quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi che tiene conto delle due tipologie. Nel dettaglio, nel mese scorso si segnala un aumento dei tassi medi all’1,93% contro l’1,81% di aprile. Nelle simulazioni sui motori di ricerca, tuttavia, i mutui a tasso fisso veleggiano già fra il 2,3 e il 2,8%, con punte anche oltre il 3%. I variabili sono ancora poco sopra l’1%, ma si tratta di una ‘forbice’ destinata a chiudersi velocemente vista l’accelerazione di Francoforte e della Fed nella stretta monetaria che incide anche sui tassi di mercato di riferimento. Per le famiglie italiane l’impatto sarà comunque circoscritto rispetto a quanto visto negli anni scorsi. L’85% dei mutui infatti, sottolinea il vice dg dell’Abi Gianfranco Torriero, è a tasso fisso. E’ chiaro che invece dovranno subire i rincari quelli che hanno un tasso variabile o chi si appresta a sottoscriverne uno. Il mercato è ancora vitale. Anche grazie alle norme a favore dei giovani under 36, l’acquisto delle prime case mostra andamenti in crescita. Ancora l’Abi, che cita dati Banca d’Italia, rileva come sul totale dei prestiti alle famiglie (+3,9%), la crescita dei mutui è stabile (+5,2%). Per le banche italiane comunque, la stretta monetaria della Bce ha sia elementi positivi sia negativi. La crescita dei rendimenti dei titoli di stato incide sul portafoglio titoli ma in misura limitata visto che, dopo l’esperienza negativa della crisi del debito sovrano, solo un terzo è valutato al fair value e quindi l’impatto in bilancio è limitato. Gli istituti di credito quindi saranno meno contagiati da tensioni sul debito e oltretutto sono in condizioni migliori complessive e con un minore quota di crediti deteriorati. Secondo i dati Abi le sofferenze sono scese ad aprile a 16,7 miliardi e oltretutto il rapporto rispetto agli impieghi totali si è attestato allo 0,95% (era 1,15% ad aprile 2021). Il prossimo 28 giugno sul tema arriverà la proposta di intervento legislativo in materia di sofferenze bancarie da parte della commissione di inchiesta sulle banche. Resta comunque la prudenza di famiglie e imprese. I depositi, pur in lieve frenata, registrano una variazione tendenziale pari a +4,9% rispetto al +5,5% del mese precedente e al +6,2% di maggio 2021 “con un aumento in valore assoluto su base annua di 87 miliardi di euro, portando l’ammontare dei depositi a 1.861,7 miliardi”.
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