Un nuovo modello innovativo di suinicoltura, con le tecnologie digitali a supporto delle scelte decisionali degli allevatori, e una filiera sostenibile caratterizzata da sistemi di allevamento non intensivi, nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e del benessere animale. Nasce nel Sannio il progetto RossoPiccante, finanziato dal Gal Taburno, basato sull’agricoltura di precisione che utilizza il controllo da remoto di tutti i parametri coinvolti nel sistema allevatoriale. Un’iniziativa, presentata a Benevento nella sede della Confederazione italiana agricoltori (Cia), destinata alla produzione della salsiccia rossa tipica di Castelpoto e all’inserimento nella filiera di soggetti deboli, giovani svantaggiati e persone con disabilità. “Una vera e propria Food Valley sannita – è stato evidenziato – per promuovere l’integrazione tra la filiera zootecnica e quella agricola per la produzione di materie prime, come peperone e aglio, e altre spezie utili alla preparazione dell’impasto della salsiccia”. Uno studio dei contenuti nutrizionali e soprattutto funzionali della salsiccia tipica, è stato sottolineato, “mettendo a disposizione del consumatore la conoscenza della qualità che caratterizza il prodotto, la sua salubrità e la presenza di molecole ad effetto benefico per il consumatore, partendo proprio dalle attività antiossidanti delle molecole presenti nella salsiccia”. “Il progetto – ha detto Ettore Varricchio, docente di Qualità e tecniche delle produzioni alimentari dell’Università degli Studi del Sannio e responsabile scientifico di RossoPiccante – vuole promuovere modelli sostenibili di suinicoltura estensiva mediante l’introduzione del sistema digitale di monitoraggio ambientale. La conoscenza degli impatti derivanti dagli allevamenti zootecnici desta sempre più interesse da parte degli organi di controllo e da parte dei consumatori attenti alla salvaguardia ambientale e al benessere animale. Questi due aspetti non devono essere considerati vincoli limitanti lo sviluppo della filiera produttiva, viceversa il rispetto di queste condizioni è per noi una opportunità di rilancio della tradizione allevatoriale, ovvero una suinicoltura estensiva che ha origini remote”. “I cinghiali – ha spiegato Raffaele Amore, presidente Cia Campania – stanno seriamente mettendo a rischio il nostro patrimonio genetico suino. Dobbiamo fare sistema per valorizzare i nostri prodotti tipici e incentivare gli operatori all’interno della filiera, ma non basta. Stiamo vivendo un momento problematico e dobbiamo ridurre il divario tra i territori, mettendo in campo azioni concrete per raggiungere i nostri obiettivi e nuove idee per uscire dalla crisi ed essere più competitivi. Da questo punto di vista, il progetto RossoPiccante rappresenta una grande intuizione e può essere un volano di crescita per l’intero territorio. E’ il momento di fare un ulteriore passo avanti e far nascere, da questo importante partenariato, un comitato promotore per il riconoscimento Igp della salsiccia rossa”. “Futuridea – ha affermato Francesco Nardone, responsabile Sviluppo progetto e relazioni istituzionali dell’associazione sannita per l’innovazione utile e sostenibile – è impegnata, insieme con gli altri partner, nella divulgazione del progetto e nella valorizzazione di nuovi modelli innovativi. Una iniziativa importante perché lavora su una eccellenza già presente sul territorio, come la salsiccia rossa, e si prefigge l’obiettivo di adottare un modello sostenibile di produzione”.
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