La chiusura di due settimane di Nord Stream per manutenzione determinerà un aumento del prezzo del gas. La Russia, ha chiarito il ministro, «nel nostro caso ha ridotto del 15% i flussi normali» ma ora ha annunciato che «Nord Stream verrà chiuso due settimane per manutenzione: questo comporterà che ci sarà ancora meno gas e i prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento. Noi stiamo andando con un ritmo molto regolare e siamo attorno al 60% degli stoccaggi. Dobbiamo arrivare al 90%, un obiettivo raggiungibile». Se la Russia chiudesse i rubinetti del gas l’Italia subirebbe meno di altri Paesi europei, «è chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive – ha ammesso il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto a Sky Tg24 Progress -. Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas transitoriamente, un conto è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo, però devo dire che siamo in una posizione abbastanza buona in questo momento». Secondo il ministro, «l’obiettivo principale è garantire le forniture di gas per l’inverno, quando c’è il picco di consumi industriali e domestici. Con la guerra, in Italia abbiamo avuto un calo dei flussi del 15%. Significa che il rischio è che vi sia ancora meno gas e un ulteriore aumento dei prezzi». «Per affrontare questa situazione – ha detto Cingolani – abbiamo innanzitutto previsto nel dl bollette misure per l’aumento degli stoccaggi. Oggi siamo attorno al 60% e dobbiamo arrivare al 90%. Per questo abbiamo previsto dotazioni finanziarie per consentire agli operatori e al gestore di reperire il gas sul mercato e mettere in sicurezza queste forniture per l’approvvigionamento del Paese».
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