Nel primo trimestre 2022 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, per effetto del generalizzato aumento dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto soltanto dello +0,3% rispetto al trimestre precedente. La propensione al risparmio delle famiglie è stata pari al 12,6%, in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di una crescita della spesa per consumi finali più debole rispetto a quella del reddito disponibile (+1,4% e +2,6% rispettivamente). E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Istat. “Il rallentamento della crescita del potere d’acquisto è solo il primo passo verso la sua inevitabile caduta. L’inflazione oramai alle stelle avrà come conseguenza quella di portare in territorio negativo il potere d’acquisto, mentre i consumi formalmente reggeranno ancora per qualche trimestre, gonfiati dall’aumento dei prezzi”: lo afferma in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati diffusi dall’Istat oggi. “Per questo il Governo deve fare di più. Il bonus di 200 euro è insufficiente per invertire questa rotta”, conclude Dona. Nel primo trimestre del 2022, l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche sul Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite. Secondo quanto rileva l’Istat, la pressione fiscale si attesta al 38,4% del Pil, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2021. Complessivamente, nel primo trimestre del 2022, le Amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -9,0% del Pil, in miglioramento rispetto al -12,8% del corrispondente periodo del 2021.
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