Sale ancora il prezzo di acquisto dell’energia elettrica. Nella settimana da lunedì 27 giugno a domenica 3 luglio scorso, il Gme (gestore dei mercati energetici) ha registrato un prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (Pun) pari a 362,05 euro/MWh rispetto a 327,54 euro/MWh della settimana precedente. I volumi di energia elettrica scambiati direttamente nella borsa del Gme si attestano a 4,7 milioni di MWh, con la liquidità al 74,3%. I prezzi medi di vendita sono variati tra 361,53 euro/MWh di Centro Sud, Sud, e Sardegna e 362,25 euro/MWh di Nord e Centro Nord. Sale ancora il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam a 174 euro, in crescita del 6,78 per cento. I mercati sono in subbuglio con le forniture della Russia ai minimi. La Commissione europea sta lavorando ad una riforma del sistema dei prezzi dell’energia. E’ quanto ha confermato ai microfoni della tv francese Bfm la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. “Stiamo analizzando se sia possibile un calcolo diverso (tra i prezzi del gas e delle altre energie) per moderare questo mercato finché durerà la crisi” della guerra in Ucraina, ha spiegato la commissaria ricordando tuttavia come, il sistema di indicizzazione usato finora, prima della guerra “sia stato vantaggioso” per l’Europa. I segnali di rallentamento dell’economia europea, che spingerebbero la Bce a una politica meno aggressiva sui tassi, colpiscono l’euro sui mercati che finisce ai minimi degli ultimi venti anni sul dollaro. L’euro passa di mano a 1,0289 con un ribasso dell’1,3% sui livelli del dicembre 2002. “La parità (con il dollaro, ndr) è solo una questione di tempo” spiega, a Bloomberg, Neil Jones, capo del comparto valute a Mizuho. Secondo le stime raccolta dall’agenzia le chance di una parità entro fine anno sono salite al 60%. L’acuirsi del rallentamento dell’economia europea indurrà la Bce a una maggiore cautela nel rialzo dei tassi, aumentando il differenziale rispetto agli Usa.
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